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Si è da poco concluso il Bar Convent di Berlino. Lo ha seguito per noi di Beverfood la giornalista americana Kristine Bocchino. In questo articolo ci racconta come anche per l’europa, dopo gli USA, sia arrivato il momento di credere nei Cocktail con il caffè come protagonista.
La cultura del caffè è così importante in molte parti del mondo, che anche al Bar Convent di Berlino, la più grande fiera focalizzata sul mondo dei bar, e sempre di più punto di riferimento per la mixology, un’intera ala è stata dedicata al caffè in tutte le sue versioni: dal cold brew al caffè espresso fino ai liquori.
Negli USA senza dubbio il caffè è il focus della cultura beverage in questo periodo e, essendo io un’accanita bevitrice di caffè oltre ad (come diciamo noi) una “coffee cocktail lover”, ero impaziente di scoprire come veniva visto il “coffee-at-night concept” in Europa. Coffee Convent Berlin 2018 ha ospitato 13 seminari sull’argomento durante un evento di tre giorni, che hanno affrontato argomenti che vanno da “come migliorare la tecnica del caffè espresso” a “capire il freddo” fino a “futuro dei cocktail di caffè” e “come integrare con successo dei cocktail al caffè nel bar tradizionale ‘.
Il primo seminario che mi ha davvero convinto è stato sponsorizzato da The Mixing Star e co-condotto da Stephanie Rainbow, Brand Ambassador del Regno Unito per Tia Maria e Rod Eslamieh, Brand Ambassador per Disaronno. Stephanie e Rod hanno condotto una divertente e interessante discussione di 45 minuti non solo sul recente aumento delle vendite di liquori al caffè, ma anche sul processo potenzialmente complicato di aggiungere cocktail nel menu di un bar tradizionale. La domanda da porsi pare essere: “Perché aggiungere complessità ad un’azienda già di successo con meccanismi rodati e relativamente semplici?” Per rispondere a questa domanda, bisogna analizzare alcuni numeri. Il proprietario di un ristorante o bar, paga tecnicamente l’affitto 24 ore al giorno. Un bar “classico” potrebbe non vendere molto caffè dopo le 17:00, e di conseguenza l’orario di chiusura è parzialmente imposto. Ciò lascia molte ore perse nel giorno in cui tale attività potrebbe generare entrate. Aggiungere un elenco di cocktail a tema caffè non solo può allungare il numero di ore lavorative effettive, ma può anche aumentare lo scontrino medio durante gli attuali orari di colazione e pranzo.
Questa è stata la base di pensiero anche dietro l’apertura di Eslamieh’s Chapter 72, vincitore del Most Loved Local Coffee Place in Bermondsey, oltre ad essere stato riconosciuto come miglior Espresso Martini del 2018 a Londra secondo l’Evening Standard. Questo locale è stato aperto a marzo 2017 da Rod e sua moglie, i quali mi hanno raccontato di essere rimasti folgorati ed ispirati proprio dal Tia Coffee Project, legato al liquore al caffè Tia Maria.
Come racconta Rod: “Siamo nati come una caffetteria e un cocktail bar sotto lo stesso tetto, e sono stati proprio i cocktail al caffè che ci hanno reso famosi fin dal primo giorno. Uno dei nostri cocktail più amati è il “Jamaica Me Krazy” che unisce Tia Maria e cetriolo con frutto della passione e mango. L’idea è quella di sfidare la percezione dell’ospite, e i pregiudizi sul cocktail al caffè e dimostrare che non tutti devono avere solo le note di espresso. Per me ciò che rende Tia Maria unica è la sua versatilità. Grazie alla sua scelta di caffè base (origine, arrosto e estrazione) questo gli consente di essere versatile in diversi stili di cocktail, aggiungendo corpo e morbidezza a classici come un Espresso Martini o White Russian. Allo stesso tempo, può facilmente funzionare in cocktail di caffè non tradizionali come Tia Popcorn Frappe e Tia e Tonic che hanno maggior leggerezza.”
Un altro punto saliente di Coffee Convent è stato il seminario che ha visto protagonista l’esperto di caffè Martin Hudak. Oltre ad essere un ex Bartender Senior all’American Bar al Savoy di Londra e vincitore nel 2017 del World Coffee in Good Spirits Championship, Martin Hudak è ampiamente conosciuto come una delle persone più informate al mondo per quanto riguarda i cocktail di caffè. Non pare un caso che il giorno successivo alla chiusura del Bar Convent Berlin 2018, un comunicato stampa annunciava che Hudak sarebbe diventato il Global Coffee Ambassador per il Mr. Black Cold Brew Coffee Liquer fuori dall’Australia.
Alla domanda su questa collaborazione le prime risposte di Martin sono state “come marchio, capiscono davvero il caffè di qualità e il suo potenziale per portare un liquore ad un nuovo standard più elevato. Mr. Black è sia una roastery che una distilleria, il che significa che hanno il pieno controllo e non stanno producendo prodotti troppo dolci, ma un liquore dal sapore e dall’aroma veri”.
Per quanto riguarda il caffè, Martin è un grande sostenitore dei piccoli torrefattori di produzione e raccomanda vivamente di sapere il più possibile sul caffè che bevete o che potreste aggiungere al vostro cocktail. “Perché dovresti usare spiriti o liquori della migliore qualità per un cocktail e poi aggiungere un terribile caffè espresso?”
È cambiato il mondo da quando l’unico cocktail al caffè da ordinare in un bar era un Irish Coffee. Il futuro appartiene a chi ha voglia di sperimentare, come dimostrano invenzioni tipo il Cold Brew Negroni realizzato con Mr. Black, oppure un Cold Fashioned preparato con Tia Maria e una spruzzata di Mole Bitters. Bisogna essere svegli e cogliere l’occasione, ed il caffè in questo aiuta!
+info: www.barconvent.com/de
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