In occasione della presentazione in anteprima dell’annata 2010 del Bardolino e della sua versione rosata, il Chiaretto, vengono resi noti anche i brillanti dati delle vendite. Denominazione d’origine storica del panorama vinicolo italiano (la doc è stata istituita tra le prime, nel 1968, ma già nel 1926 era stato costituito il primo Consorzio per la difesa del vino tipico Bardolino), quella del Bardolino è una realtà che sta conoscendo uno straordinario ritorno di interesse da parte sia del pubblico che della critica, tant’è che nell’ultimo biennio si è registrato un vero e proprio boom di vendite, che ha letteralmente svuotato le cantine, piazzando annualmente sul mercato 11 milioni di bottiglie di Chiaretto e 21 milioni di Bardolino.
“Certamente – dice il presidente del Consorzio di tutela del Bardolino, Giorgio Tommasi – un ruolo importante l’ha giocato un cambiamento di gusto del consumatore, che è tornato a cercare vini di tradizione, che si abbinino senza problemi alla tavola quotidiana, ad un prezzo corretto, ed in questo sia il Bardolino che il Chiaretto hanno pochi rivali. Ma è altrettanto certo che ampia parte del merito va attribuito ai viticoltori e ai produttori, che si sono impegnati non solo dal lato qualitativo, ma soprattutto per un ritorno alla classicità dei nostri vini. Il recupero degli aspetti identitari, e dunque del carattere fruttato e speziato del Bardolino e del Chiaretto, dell’estrema bevibilità, di una freschezza quasi salina, di un’assoluta abbinabilità sia con la cucina quotidiana che con quella d’alta ristorazione, ci ha riproposti all’attenzione del pubblico e della critica. I risultati sono tangibili, e dall’ultima vendemmia, che non è stata facile dal punto di vista meteo, abbiamo potuto riconoscere quotazioni crescenti alla nostra filiera produttiva, al punto che il valore delle le uve è aumentato mediamente del 20-30% e in parallelo anche le vendite di vino all’ingrosso hanno cominciato a segnare incrementi di quotazione nell’ordine del 20%”.
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