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Prosegue la rubrica di Beverfood.com dedicata ai volti illustri di A.B.I. Professional, l’Associazione con la “A” maiuscola dei Barmen Italiani. Oggi voliamo in Friuli-Venezia Giulia per raccontare la storia di Franco Cruder: barman, imprenditore, maestro riconosciuto e apprezzato ormai da ogni parte del globo, tra i padri fondatori di A.B.I. e pronto a lanciare un nuovo locale sulle spettacolari rive dell’Istria.
Quando e come inizia il percorso di Franco Cruder alla conquista del bar?
“Rimasto orfano di padre all’età di 14 anni, ho deciso di inseguire quello che era sempre stato il mio sogno: lavorare nel mondo dell’ospitalità e girare il mondo. Come tanti sono partito dalla scuola alberghiera, coltivando giorno dopo giorno la passione per questo mestiere così affascinante. Terminati gli studi, ho cominciato subito a lavorare in bellissime strutture ricettive. Prima a Venezia, poi in varie città europee, fino a tornare in Friuli, dove ho intrapreso la mia carriera da imprenditore gestendo locali di prestigio e collaborando con aziende di livello mondiale per la creazione di eventi e catering, nonché startup”.
Da una dimensione locale a un grande exploit internazionale.
“Proprio così. Tuttora, con smisurata passione, porto tutta la mia esperienza in giro per l’Europa e per i vari continenti. Sono molto felice che, nonostante il passare degli anni, ci sia sempre qualcosa di nuovo da imparare per continuare costantemente a crescere tanto come uomo che come professionista del bar”.
Ormai avrà preparato migliaia di cocktail, da quelli più standard a invenzioni rivoluzionarie. Ma qual è il drink del quale va più fiero?
“Tra i classici per me l’Americano sarà sempre un aperitivo di gran classe. Nei miei locali però ho inventato una vasta quantità di cocktail a base di frutta fresca e, soprattutto, il mio cavallo di battaglia: vista la bellissima esperienza a Cuba, la mia variante personalizzata di drink list con ben 50 tipi diversi di Mojito”.
Nella bacheca personale di Franco Cruder, d’altronde, non mancano certo titoli e vittorie.
“Ho vinto 65 competizioni delle quali 50 a livello nazionale e 15 a livello internazionale. Ricordo con piacere il titolo di campione italiano nel 2007 e anche quando ho rappresentato il nostro Paese per Havana Club a Cuba nel 2010. Senza dimenticare le ultime competizioni internazionali in Austria a luglio, dove sono salito al primo posto alla Red Bull Challenge Europe e alla Marie Brizard Competition. Ogni trionfo per me è un successo personale di crescita e di orgoglio, nonché un riconoscimento alle fatiche e all’impegno che ci vogliono per esprimersi in questa professione con umiltà e rispetto, ma soprattutto professionalità”.
Una carriera, la sua, legata indissolubilmente al mondo A.B.I. Professional.
“A.B.I. rappresenta la mia seconda famiglia, sono sincero. Quando abbiamo deciso di fondare quest’associazione ci ho subito creduto tanto, con l’obiettivo di raggruppare i più grandi professionisti del nostro territorio. All’estero siamo visti molto bene, anche se a malincuore devo constatare che negli ultimi anni, in quanto a professionalità, l’Italia ha perso parecchio rispetto ad altri Stati che sono sempre in continua crescita. Vado davvero fiero di essere un socio fondatore di A.B.I. e mi auguro che i nuovi barmen che ne faranno parte amino quest’associazione e questa professione proprio come noi che l’abbiamo creata”.
Guardiamo infine al suo di futuro: dopo aver raggiunto così tanti obiettivi, qual è il prossimo traguardo da tagliare?
“Ho ancora tante idee e progetti in mente. Posso dirvi che a breve aprirò un nuovo locale sulle spettacolari rive dell’Istria. Ho visitato la Croazia in lungo e in largo e sono davvero rimasto stregato da questa penisola e dai suoi scorci mozzafiato. Poi, tra gli obiettivi futuri, c’è anche quello di creare una catena di franchising nelle principali capitali d’Europa. Ci penso da anni e chissà che proprio il 2019 non possa essere l’anno giusto…”.
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