“Qualità”, dice, e poi disegna un cerchio in aria davanti a sé, con i due indici. “Alla fine dei giochi è solo la qualità, che potrà vincere sempre”. La fa piuttosto semplice mentre si sporge su una delle sedute imbottite di Ceresio 7, la terrazza patinata di Milano, e si copre il viso dal sole. “Potranno passare le mode e le convinzioni, ma quando un prodotto è buono, ancora di più se semplice, sarà sempre riconosciuto”. Lui è Giancarlo Mancino, bartender cittadino del mondo già creatore dell’omonimo vermouth e di Rinomato Aperitivo, e il prodotto è la sua ultima creatura.
Sei Bellissimi, nome, esclamazione e numerologia, è l’inno al buono con cui Mancino ha firmato la sua (ultima, perché la prima fu Sprezza) linea di cocktail RTD, ready to drink, miscele già imbottigliate e pronte da stappare e bere. Sei ricette, per l’appunto, “i sei sparkling cocktail simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo della miscelazione”. Ad eccezione del Raspini, inventato dallo stesso Mancino, l’intera gamma è composta da drink che hanno fatto la storia del bere mondiale, decollando dal Belpaese per arrivare a qualsiasi latitudine: Mimosa, Bellini, Puccini, Tintoretto e Rossini. Sei proposte, con una sola ispirazione: “Rimasterizzare i classici della nostra tradizione, che troppo spesso non vengono presi in considerazione”.
Mancino è figlio della Basilicata (di Pignola, “lo stesso paese della cantante Arisa”, dice impassibile), ma ha il mondo come bandiera da sempre: risiede a Hong Kong, dove è di base la sua azienda, ha casa in Spagna con la moglie, vorrebbe spostarsi in Inghilterra. Visionario oltre ogni limite, matto il giusto, zitto mai, con l’accento spennellato da una cadenza meticcia tipica di chi è abituato a parlare inglese, ma inglese non è: racconta di idee micro-rivoluzionarie con la naturalezza di chi, appunto, sorseggia il cocktail del brunch alla domenica. “Volevo riportare in vita una categoria dimenticata, rimodernarla, renderla contemporanea: e l’ho fatto senza mai perderne l’identità, che si ispira alla convivialità semplice e immediata”.
Sei Bellissimi è una vetrina frizzante, pronta da bere, poco zuccherina, vegana (come Mancino), a bassa gradazione alcolica, fruttata. Il classico che non passa mai di moda, o addirittura torna innovativo: “Praticamente tutto ciò di cui c’è bisogno, in una sola bottiglia”. Un formato pratico, quindi, che si sta rivelando innesto perfetto per le bottigliere di tutto il pianeta: Sei Bellissimi è già presente in venti paesi, e vanta collaborazioni esclusive con location di altissimo profilo come la catena di alberghi Four Seasons o cocktail bar celebri, come il Paradiso di Barcellona.
Sei drink, sei frutti diversi (pesca, melograno, fragole, arancia, mandarino e lampone) che tengono per mano il vino a loro più adatto, per una sensazione di freschezza, brio e classe ogni volta nuova. Il principe della linea, peraltro il primo disponibile, è il leggendario Bellini, il capolavoro romantico creato a Venezia che Mancino ha inteso riproporre nella sua versione più essenziale e pure: “Moscato frizzante del Piemonte e una purea di pesche del Trentino-Alto Adige. Null’altro, perché quando la materia prima è eccellente, è necessario solo saperla trattare”. Dolce, strepitosamente bevibile e con un minuscolo sentore amaricante nel finale, come ad alzarsi sulle punte rispetto al gioiello gemello.
Al Bellini, infatti, si accosta il BelliNo, la variante analcolica ready to drink, presentata per la prima volta nei giorni scorsi a Dubai e partner della kermesse degli Asia’s 50 Best Bars. “Un successo incredibile, che non avremmo forse mai previsto. Il consumo di analcolici è sempre crescente, ma l’offerta continua a vacillare: non è un caso se in un’area geografica dove l’alcool è considerato al limite anche per motivi religiosi, come quella del Medio Oriente, la risposta è stata travolgente“. L’obiettivo già dichiarato, peraltro, è quello di avviare partnership con le compagnie aeree di quella parte di mondo.
Lungi da Mancino volersi accostare ai distillati alcool free o prodotti simili, che pure stanno iniziando a macinare quote di mercato: solo a pensarci gli viene da sospirare e scuotere la testa: “BelliNo è quello che dice di essere. Genuino, naturale, vegano. Purea di pesche freschissime e mosto di Moscato, colto appena prima della fermentazione. Nessuno zucchero aggiunto, c’è solo fruttosio. Neanche la carbonatazione è artificiale, ma deriva dalla spinta dell’autoclave del mosto”. Semplice e di qualità, come il cerchio che Mancino disegna in aria con le dita, e che da sempre crea nel mondo del bar.