“Il vino è sempre più un prodotto globale e l’Italia può essere al centro di un’economia che cresce e allarga le proprie latitudini nel mondo”. Lo ha detto, in apertura di Vinitaly, il presidente dell’Istituto Grandi Marchi, Piero Antinori (cfr foto accanto).”Negli Stati Uniti, ad esempio, lo scorso anno si è consumato di più rispetto a tutti gli altri Paesi, Francia e Italia compresi. Per Antinori il vino di qualità sta vivendo una stagione positiva ma occorre tenere alta la guardia: “La geografia dei consumi è destinata a dilatarsi ulteriormente e non solo presso i mercati storici per il nostro Paese, come gli Usa e l’UE: per questo è fondamentale accrescere la nostra conoscenza dei Paesi emergenti, con l’obiettivo di recuperare il gap nei confronti di altri Paesi produttori, Francia in primis.
La Cina, come nota l’Economist, ha aumentato i propri consumi del 20% nell’ultimo anno ed ora è al quinto posto tra i Paesi consumatori, con quasi 1,9 miliardi di bottiglie consumate nel 2011. Ma se osserviamo la penetrazione in valore nel mercato cinese, la strada da fare è ancora molta: per ogni bottiglia venduta dall’Italia, infatti, la Francia ne vende 8. L’avanzata dei consumi – ha concluso il presidente dell’istituto che riunisce le 19 aziende leader dell’enologia italiana – riguarda, oltre alla Cina, soprattutto nazioni come Canada, Russia, Brasile, Giappone e Tailandia. Si tratta di destinazioni dove occorre a vario livello affermare la cultura del nostro made in Italy enologico e per questo saranno oggetto delle tappe rivolte alla valorizzazione del vino italiano di qualità che l’Istituto Grandi Marchi ha da tempo programmato per l’anno in corso”.
ISTITUTO GRANDI MARCHI
Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Cà del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi. +INFO: www.istitutograndimarchi.it
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