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Il caffé fa bene agli anziani li aiuta soprattutto a mantenere una mente giovane e fresca. Basterebbe bere tre tazze al giorno per migliorare memoria, apprendimento, controllo e stato d’animo. In pratica la bevanda, manterrebbe funzionanti e attive le funzioni cognitive. Inoltre il consumo di caffeina, suo componente principale, è stato associato ad un rischio inferiore di essere colpiti dalla malattia di Alzheimer. E’ quanto riferisce un articolo pubblicato sul n. 4/2007 del Bollettino di Informazione sui Farmaci.


Il Bollettino d’ informazione sui farmaci (Bif) dell’Agenzia italiana dei farmaci (Aifa) prende come riferimento i risultati dello studio europeo ‘FINE (Finland, Italy, and Netherlands Elderly)’ al quale ha preso parte anche l’Istituto Superiore di Sanità. Nel corso di dieci anni, dal 1990 al 2000, l’indagine ha analizzato l’associazione tra consumo di caffé e declino cognitivo in 676 uomini anziani sani di Finlandia, Italia e Paesi Bassi, nati tra il 1900 e il 1920. La funzione cognitiva é stata valutata utilizzando il test Mini-Mental State Examination. Dallo studio è risultato che non ci sono differenze sostanziali tra le caratteristiche dei consumatori di caffé dei tre diversi paesi presi in esame. Tuttavia si nota che i consumatori di caffé italiani tendono ad essere fisicamente più attivi rispetto ai non consumatori della stessa nazione.

L’effetto positivo sulle funzioni cognitive, se confermato da ulteriori studi prospettici, potrebbe essere, secondo quanto riportato dal Bollettino, molto importante per le sue implicazioni di salute pubblica considerando che gran parte degli occidentali inizia la giornata con una tazza di caffé. Così, se ne deduce, basterebbe invitare al consumo della bevanda, per arginare, almeno in parte la decadenza mentale legata all’invecchiamento.

Il caffé è una delle maggiori fonti di caffeina, contenuta nella misura circa 85 mg per ogni tazza di caffè. La caffeina sembra essere il principale componente del caffé responsabile dell’associazione inversa tra consumo di caffé e declini cognitivo. Il consumo di caffeina è stato associato ad un rischio inferiore di malattia d’Alzheimer e può migliorare le funzioni cognitive come memoria, apprendimento, controllo e stato d’animo. Oltre alla caffeina il caffé contiene molte altre sostanze, come il magnesio e gli acidi fenolici, dei quali l’acido clorogenico è quello presente in maggiore quantità. In tal modo il consumo di caffé aumenta le proprietà antiossidanti nel plasma, le quali forniscono un effetto protettivo contro i radicali liberi che causano danni ossidativi ai neuroni.

+ INFO: Bollettino d’Informazione sui Farmaci n. 4/2007 pubblicato su www.agenziafarmaco.it

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