Un nuovo orizzonte per il bere di qualità parla di natura e salute. Le bevande vegetali, nel tempo promosse a proposta di alto livello dopo un passato ritenuto esclusivamente farmaceutico, sono oggi territorio di conquista per marchi globali. L’ultimo ingresso in ordine di tempo è quello di Britvic, leader in Regno Unito e Francia, che ha acquisito la britannica Plenish.
Plenish fu fondata nel 2012 dalla statunitense Kara Rosen, che trasferitasi in Gran Bretagna non riusciva a trovare succhi ed estratti senza zucchero. Da allora è stato un crescendo continuo, con un portfolio che al momento conta nelle proprie fila latte di mandorla, avena, anacardo, soia, nocciola e cocco; a mani basse, uno dei brand di bevande vegetali a maggior crescita dell’ultimo decennio, per un settore che già di per sé registra da almeno cinque anni un incremento del 100% a ogni chiusura fiscale.
Qualità e sostenibilità sono prevedibilmente i fattori chiave del successo di Plenish, che si fregia di utilizzare esclusivamente ingredienti organici e raccolti senza impattare sull’ambiente. L’azienda ha conseguito il certificato a impronta fossile zero e il bollo B-Corporation, di fatto una patente riconosciuta nel mondo per la quale un ente è tenuto a rispettare con costanza dei criteri socio-ambientali.
Per Britvic, che in Gran Bretagna è leader nel settore delle bevande lisce e al secondo posto per valore nel comparto di carbonate, si tratta dell’ingresso in un nuovo settore chiave, sulla linea della “politica con cui la compagnia sta arricchendo la propria offerta di soft drink, per incontrare i desideri dei consumatori in ogni momento”, come i portavoce del colosso spiegano. “Abbiamo una lunga storia di brand che sono esplosi sotto la nostra guida, e sappiamo di poter portare Plenish in alto dove merita”.
Le bevande vegetali, forti del sostegno della nuova onda di consapevolezza e attenzione al benessere psicofisico, oltre che a una rinnovata spinta verso la tutela ambientale, mirano ad abbattere il muro dei 500 milioni di sterline in valore entro il 2024. Dopo il ruolo da apripista svolto dalle varianti a base soia, sono soprattutto le alternative a star facendo la voce grossa, candidandosi come scelta preferita delle nuove generazioni, soprattutto alla luce di un ormai quasi totale allontanamento dai prodotti caseari.
Britvic non è il primo gigante del mercato a muovere passi importanti con prodotti del genere. Coca-Cola si era lanciata con dei frullati a base soia sotto il brand Ades, mentre Pepsi-Co aveva addirittura stretto partnership con Beyond Meat, la ormai celeberrima (o famigerata) carne-non carne che sta investendo gli scaffali del mondo. Per una volta, dato che in ballo ci sono salute e sostenibilità, ben venga la battaglia.
I prodotti Britvic Tonica e Mixers sono distribuiti in Italia da Naty’s
fonte: beveragedaily.com