Rachel Arthur ha pubblicato di recente su www.beveragedaily.com/ un’analisi sulle principali tendenze del caffè nel 2024. Di seguito riportiamo alcuni dei punti più salienti.
1. Caffè speciale
Il caffè speciale sta andando di bene in meglio. Secondo la Specialty Coffee Association “Il caffè speciale può esistere in modo coerente grazie alla dedizione di persone che hanno fatto della qualità la loro massima priorità come impegno della vita”. Un sondaggio di aprile della National Coffee Association ha mostrato che il 57% degli adulti americani ha bevuto un caffè speciale nell’ultima settimana, con un aumento del 7,5% anno su anno. In generale, si tratta di trovare i chicchi di qualità più elevata e di creare un’esperienza di caffè di qualità superiore. La sostenibilità è probabilmente un elemento fondamentale di un caffè speciale, così come lo è la storia dei coltivatori e la sua origine.
Ma la cosa più importante è considerare il caffè come un ecosistema nel suo complesso: dal coltivatore, all’acquirente del caffè verde, al torrefattore e, infine, al barista. “Non è il lavoro di una sola persona nel ciclo di vita di un chicco di caffè; la specialità può realizzarsi solo quando tutti coloro che sono coinvolti nella filiera del caffè lavorano in armonia e mantengono un’attenzione particolare agli standard e all’eccellenza dall’inizio alla fine”. Tra i caffè speciali, quello da tenere d’occhio è il caffè monorigine, ovvero quello coltivato in un’unica area geografica con caratteristiche e sapori unici.
2. L’ascesa dell’RTD: caffè freddo, cold brew, nitro e altro ancora
L’RTD (il pronto da bere interessa vari tipi di caffè freddo: caffè ghiacciato, Cold Brew (caffè ottenuto per infusione a freddo del caffè macinato) e persino caffè nitro. La Gen Z è molto più propensa a bere un caffè RTD rispetto alla tradizionale versione calda. I giganti delle bevande sono stati rapidi nel riconoscere le opportunità. PepsiCo ha da tempo stretto una partnership con Starbucks per distribuire il caffè RTD del gigante del caffè negli Stati Uniti; Nestle e Starbucks hanno collaborato per Asia, Oceania e America Latina. E quando la Coca-Cola acquisì Costa Coffee, la seconda catena di caffè al mondo, individuò negli RTD uno dei settori chiave per la crescita del marchio.
3. Latte alternativo – stile barista
Un tempo, i latti alternativi erano disponibili solo per i consumatori intolleranti al lattosio e generalmente si limitavano al latte di soia. Oggi sono disponibili diverse alternative, come mandorle e avena. Alcuni consumatori cambiano per motivi etici, ad esempio per preoccupazioni sul trattamento delle mucche o per l’impatto ambientale dei prodotti lattiero-caseari. Altri lo fanno per motivi di salute (anche se il valore nutrizionale delle alternative al latte può variare, spesso contengono meno grassi del latte vaccino).
Nell’ultimo anno si è assistito a un aumento dei tipi di latte alternativi “stile barista”, che producono una schiuma soddisfacente. In questo modo si garantisce ai consumatori che i tipi di latte alternativi non rappresentano un compromesso, bensì una scelta che consente di ottenere un cappuccino preparato con cura, altrettanto buono di quello al latte. Lo stesso si può osservare nella categoria della panna da caffè.
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4. Caffè funzionale
Il caffè è una categoria di bevande funzionali per sua stessa natura. Sono sempre più numerosi i marchi che si stanno proponendo come alternative al caffè: offrono energia senza il nervosismo o il crollo associati al caffè, ricorrendo a nootropi, adattogeni o simili. Con la caffeina come stimolante naturale, i consumatori si rivolgono alla bevanda per iniziare la giornata o per un po’ di energia durante il giorno. Una tazza di caffè da 8 once può contenere circa 90 mg di caffeina. Il passo successivo è scoprire quali altri benefici funzionali può offrire il caffè. Potrebbero essere bevande con collagene, adattogeni, proteine o CBD. Intanto si stanno già diffondendo i caffè con ginseng.
5. Sostenibilità
Organizzazioni come Fairtrade hanno dedicato decenni a promuovere un caffè equo, mentre l’ascesa del caffè speciale ha anche contribuito a mettere in luce le problematiche sociali e ambientali che si celano dietro ogni chicco. I problemi per il caffè spaziano dall’approvvigionamento (Da dove proviene il caffè? Gli agricoltori ricevono un salario equo?) al confezionamento (sebbene si sia fatto molto rumore sullo spreco creato dalle tazze da caffè usa e getta, la realtà è che queste rimangono ancora la norma per molte caffetterie e consumatori).
Su scala macro, è probabile che il cambiamento climatico inizi a cambiare dove può essere coltivato il caffè. E questo a sua volta potrebbe anche cambiare il tipo di caffè che beviamo. Mentre circa il 70% della produzione mondiale di caffè è Arabica, la specie è molto sensibile e ha una bassa tolleranza all’aumento delle temperature e alle malattie. I ricercatori suggeriscono che circa il 60% dei terreni attualmente utilizzati per la coltivazione del caffè potrebbero essere influenzati dal cambiamento climatico entro il 2050.
Gli esperti in botanica si stanno concentrando su nuove varietà di Arabica ad alta resa e con una maggiore resistenza alle malattie e alla siccità. E stanno anche cercando specie di caffè selvatico “dimenticate”, quelle che sono state abbandonate da quando Arabica e Robusta sono diventate la coppia dominante, ma che potrebbero contenere la chiave per resistere ai cambiamenti climatici.
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