Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto firmato dal ministro Marzano
Dal 19 luglio in tutti i locali pubblici la minerale dovrà essere servita ai clienti in bottigliette monodose
ROMA – «Un bicchiere d’acqua, per favore». La più semplice richiesta da bar scomparirà presto dal lessico familiare degli italiani: quest’estate gli assetati avventori dei locali pubblici si vedranno servire una «bottiglia monodose sigillata». Dal 19 luglio, infatti, l’acqua minerale o di sorgente non potrà più essere servita in bicchiere ma soltanto in contenitori ad hoc. Lo ha stabilito il ministro delle Attività produttive Antonio.
Marzano, firmando il 24 marzo un decreto che è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale martedì scorso.
MISURE DA BERE – Al bancone e al tavolo, baristi e ristoratori dovranno servire ai consumatori acqua rigorosamente sigillata in contenitori da 125, 250, 330 o 500 millilitri, evitando così l’acqua del rubinetto. L’annuncio arriva da Italgrob, la Federazione italiana dei grossisti e dei distributori di bevande che da quattro anni si impegna per l’attuazione delle nuove norme sulle acque minerali.
LE NUOVE CONFEZIONI – Il decreto ministeriale, che è stato introdotto per recepire le raccomandazioni europee sul delicato tema della distribuzione delle acque minerali, amplia non di poco la gamma dei contenitori delle acque minerali o di sorgente finora utilizzati e previsti dalla legge. Le nuove confezioni – assicura il ministero – saranno più igieniche ed eleganti del classico bicchiere d’acqua stillato dal rubinetto o versato da bottiglie già aperte. In più, saranno facilmente smaltibili ed eliminabili negli appositi cassonetti di recupero.
IGIENE E SICUREZZA – Lo scopo principale della normativa, spiegano dal Ministero, è quello di garantire agli esercenti l’assunzione di minori responsabilitá in fatto di sicurezza, grazie all’entrata in vigore del Regolamento Europeo 178/2002 sulla «rintracciabilitá dei prodotti». In caso di acqua adulterata, ad esempio, sará infatti possibile risalire con facilitá ai produttori, consentendo il recupero delle partite a rischio ed evitando che le responsabilitá ricadano sui pubblici esercizi. «L’acqua è in assoluto la bevanda più diffusa in Italia – spiega la Federazione – ed è giusto che ai consumatori venga garantita massima igiene ed elevata sicurezza anche nei consumi fuori casa. Gli esercenti trarranno vantaggio da questa norma: guadagneranno infatti maggior prestigio nell’offrire prodotti sicuri, in confezioni eleganti e piacevoli».
Fonte:Coriere Della Sera– 08 aprile 2005