In Alto Adige il settore lattiero-caseario ha registrato uno sviluppo positivo. Le avverse condizioni atmosferiche hanno reso difficile la produzione di foraggio e determinato un aumento dei costi di produzione. Gli agricoltori hanno conferito 379 milioni di chilogrammi di latte alle latterie. Il prezzo pagato per il latte è leggermente aumentato a 49,88 centesimi/kg (al netto dell’Iva). Il fatturato del settore in Alto Adige è aumentato dell’1,3% a 451 milioni di euro e assicura 910 posti di lavoro. Questo in sintesi il bilancio della Federazione Latterie Alto Adige in occasione dell’assemblea generale.
Gran parte dei settori della produzione lattiero-casearia registra uno sviluppo positivo. Con un aumento del 5,1%, in cima alla classifica troviamo la produzione dello yogurt con 126 milioni di chilogrammi. Una notizia ulteriormente positiva se si considera che in Italia la produzione dello yogurt è calata del 2%. Sul mercato si affermano con successo anche le tante varietà di formaggio con un aumento della quantità del 4% per un totale di 20 milioni di chilogrammi. In particolare la quantità di formaggi freschi come il mascarpone e la ricotta è aumentata del 6%. Una nicchia interessante è quella del latte di capra che ha registrato una crescita del 33% arrivando a 0,8 milioni di chilogrammi trasformati in latte fresco, formaggio, yogurt e burro.
LA SFIDA NELL’ERA POST QUOTE
Per Joachim Reinalter, presidente della Federazione Latterie Alto Adige, è chiaro che le latterie devono realizzare il loro fatturato operando sul mercato. La fine delle quote determinerà un aumento della produzione e le zone di produzione favorite potranno ulteriormente far leva sui loro punti di forza. Le latterie dell’Alto Adige arrivano preparate al periodo post quote latte: hanno investito sui mercati, nella qualità e nell’efficienza a tutti i livelli della produzione. Ma non basta “La politica ha l’obbligo di sostenere il settore lattiero-caseario approntando le condizioni operative per contrastare una concorrenza sempre più agguerrita. Per consentire agli agricoltori di continuare a produrre c’è bisogno di prezzi che tutelino il settore agricolo. Nelle zone montane non è possibile produrre latte ai prezzi competitivi degli mercati mondiali” spiega Reinalter.
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