L’assemblea dei soci Lavazza ha approvato il bilancio 2014 e il consolidato del gruppo che registra volumi in crescita del 4%, un fatturato di 1,344,1 miliardi di euro, sostanzialmente stabile rispetto agli 1,340,1 miliardi del 2013, un Ebitda a 225,8 milioni di euro (rispetto ai 223,5 milioni dell’esercizio precedente) e un Ebit a 156,4 milioni di euro (contro i 123,2 dell’esercizio precedente, con un incremento del 27%). (Nella foto l’AD Lavazza Antonio Baravalle).
L’utile d’esercizio a livello consolidato è pari a 126,7 milioni di euro, in aumento del 16% rispetto ai 109,3 milioni del 2013. Dal punto di vista finanziario, l’anno si chiude con un saldo di cassa pari a 340,5 milioni di euro. Notevole il miglioramento della quota di fatturato derivante dai mercati internazionali, che si avvicina al 50% rispetto al 46% del 2013, in linea quindi con l’obiettivo strategico fissato due anni fa e in progressivo avvicinamento al target a medio termine del 70%. I risultati positivi registrati all’estero, pari nel complesso a un aumento dell’8% dei volumi, sono stati frutto di piani e modelli di business sviluppati ad hoc per ogni singolo Paese e volti alla crescita delle rispettive quote di mercato.
Da segnalare, in particolare, le performance a valore di tre Paesi, tutti cresciuti a doppia cifra: Stati Uniti (+27,6%), Regno Unito (+16,9%) e Germania (+12,7%). Oltre a questi mercati, si confermano come Paesi di particolare importanza per l’azienda in questa fase la Francia, il Centro-Nord Europa e l’Australia. In Italia i risultati del 2014, nonostante il mercato abbia registrato una contrazione dei consumi, segnano rispetto all’anno precedente un significativo mantenimento dei volumi che rimangono invariati. Per quanto riguarda il comparto retail, Lavazza ne ha consolidato la leadership con una quota a volume pari al 41,6%, attestandosi al 44,9% a valore (dati Nielsen).
L’anno 2015 è iniziato positivamente grazie ai risultati di Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Australia che nel primo trimestre sono cresciuti a doppia cifra in virtù di piani d’investimento in marketing più che raddoppiati rispetto al 2014.