Produttori di birre artigianali e distributori a confronto per intensificare la collaborazione sul canale Ho.Re.Ca. Questo pomeriggio, a Rimini Fiera, nell’ambito di BeerAttraction, si è svolto il convegno dal titolo “Birre artigianali, opportunità e sviluppo nel canale Ho.Re.Ca”, organizzato dalla rivista “Il mondo della birra”. Il giornalista Maurizio Maestrelli (cfr foto a lato) ha messo a confronto gli attori del mercato. Da una parte, i produttori di birre artigianali, dall’altra, i distributori.
Erano infatti presenti Claudio Cerullo, consigliere di Unionbirrai e titolare del Birrificio Amiata e Bepi Cuzziol, presidente uscente di Italgrob. Insieme a loro, Silvano Rusmini, che dal 1983 racconta con “Il mondo della birra”, le peculiarità di una bevanda, che agli albori, come ha raccontato lo stesso Rusmini, non era così conosciuta neanche da chi la vendeva e proprio per questo motivo ha suscitato negli addetti ai lavori la voglia di sapere e di essere informati. Durante l’incontro, Maurizio Maestrelli ha preso in esame un comparto che “In Italia, negli ultimi dieci anni, ha cambiato totalmente il proprio profilo. Dal 2006 (data in cui possiamo effettivamente ipotizzare la nascita della birra artigianale, n.d.r.) ad oggi, il fenomeno è cresciuto esponenzialmente e, proprio per questo, possiamo asserire che con circa 550 birrifici presenti sul territorio nazionale, oggi si può parlare di dialogo tra birra artigianale e canale ho.re.ca. Il consumo pro capite, a livello italiano, si attesta sui 28/30 litri”.
“In questi ultimi anni, in cui la birra artigianale si è affacciata in maniera così prorompente sul mercato – ha spiegato Silvano Rusmini – abbiamo assistito ad un processo inevitabile di confronto che ora rende necessario mettere seduti ad un tavolo chi produce e chi distribuisce. E’ necessario lavorare insieme per aumentare i consumi e, quindi, la produzione”.Ma quando arriva il momento per un birrificio artigianale di dialogare con un distributore? “E’ fondamentale analizzare dove operiamo – ha detto Claudio Cerullo – Se nasci in una zona decentrata come per esempio quella del Monte Amiata dove ci troviamo noi, la necessità di avere un distributore arriva velocemente. In altri casi, faccio l’esempio di chi ha Milano a due passi, è molto diverso. Inoltre, non dimentichiamo che la maggior parte della birra prodotta viene consumata nel periodo estivo. Quindi, mai come oggi è necessaria la programmazione. Inoltre, è importante saper trovare distributori competenti, perché molti di questi trattano prima di tutto il vino, mentre anche sulla birra artigianale occorre mettere in campo conoscenza e passione”.
Una provocazione, quella di Cerullo, alla quale non si è sottratto Bepi Cuzziol. “Sei anni fa, durante un convegno che si svolse proprio a Rimini, fui io il primo a criticare i produttori di birra artigianale per la discontinuità qualitativa nella loro produzione. Devo dire che oggi la qualità c’è, la costanza si riscontra e questo ci fa essere più determinati nel vendere. Per quanto riguarda invece la critica ai distributori, non si deve fare di tutta un’erba un fascio. Al pari di ciò che facciamo per il vino, quando andiamo a vendere un prodotto abbiamo bisogno di raccontarne la storia e di farlo apprezzare; ecco perché per noi sarebbe interessante presentare la birra al cliente insieme al mastro birraio. Dobbiamo creare feeling col prodotto e a tal scopo chiediamo aiuto ai microbirrifici. Ciò ci permetterà di far meglio accettare anche il prezzo che, per ovvie ragioni, caratterizza la birra artigianale”.
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