In occasione dei 500 anni dell’Editto della Purezza della birra bavarese, promulgato ad Ingolstad il 23 aprile 1516, facciamo una panoramica dei birrifici tedeschi che si attengono ancora, a mezzo millennio di distanza, alle direttive imposte dal Reinheitsgebot.
Una storia talmente antica da essere ben più datata dello stesso Editto di Purezza, promulgato solo un paio di secoli dopo. Augustiner stessa, quando parla di Reinheitsgebot, fa riferimento a un editto precedente, quello della città di Monaco promulgato nel 1487, che pose le basi per quello bavarese.
Lasciandoci alle spalle Monaco e dirigendoci verso Teisendorf incontriamo WIENINGER, birrificio appartenente all’omonima famiglia dal 1813, ma di cui è documenta l’attività almeno dal 1666. Fondato come birreria della curia arcivescovile, Wieninger è giunta ai giorni nostri come una fabbrica in grado di combinare la perfezione della tradizione, l’innovazione e l’attenzione per l’ambiente: oltre a rispettare il Reinheitsgebot, infatti, il birrificio di Teisendorf aderisce al Patto per l’Ambiente bavarese.
Una menzione la merita sicuramente anche un birrificio specializzato nella produzione di birre di frumento: SCHNEIDER WEISSE, infatti, rientra a pieno titolo nelle linee guida del Reinheitsgebot, in seguito alla modifica dell’editto che permetteva l’utilizzo del malto di frumento. A livello storico, viene ricordato come il birrificio che ha letteralmente salvato lo stile Weizen. Questa tipologia birraria che poteva essere prodotta solo nei birrifici reali, subì un forte declino nel corso della seconda metà dell’Ottocento, tanto da non venire quasi più prodotta. Fu Georg Schneider I ad avere l’intuizione di acquisirne i diritti, dando vita al proprio birrificio e facendo “risorgere” la birra di frumento bavarese.
Storie, aneddoti e curiosità che rendono intramontabile il mito della birra tedesca e del Reinheitsgebot.