Pinterest LinkedIn

© Riproduzione riservata

Un quarto di secolo, nozze d’argento tra gusto e tradizione. Le DOP Bitto e Valtellina Casera, simboli della storia valtellinese, celebrano i venticinque anni della registrazione dei due formaggi icona, con una la nuova campagna di promozione “Alle origini del Gusto” promossa dal Consorzio di tutela: un piano strategico di investimenti sul territorio per il biennio 2021-2022 del valore complessivo di 600mila euro.

Annuario Birre Italia Birritalia 2023-24 Beverfood.com
Annuario Birra Italia Birritalia 2023-24 beverfood.com

Gli sforzi rientrano nei fondi del Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020, e includono attività promozionali e turistiche sul territorio (tra cui la partenza a luglio del primo cammino del Bitto e del Valtellina Casera DOP), viaggi stampa, spot televisivi e radiofonici su scala nazionale e locale, azioni sui social media e iniziative di marketing nei supermercati e nei punti qualità nazionali. L’annuncio è arrivato nel corso di una conferenza stampa, cui era presente il vicepresidente del Consorzio, Franco Marantelli Colombin, insieme dell’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi della Regione Lombardia, Fabio Rolfi.

“Due formaggi che sono espressione di un’antica tradizione casearia”, racconta Marantelli Colombin, “tramandata sul nostro territorio fin dal tempo dei Celti. Queste iniziative vogliono rilanciare Bitto e Valtellina Casera, due produzioni strategiche per la Valtellina, che generano un fatturato di 13 milioni di euro e ogni anno danno lavoro a 650 persone”. Interessanti i numeri diramati nel corso dell’incontro, che confermano allo stesso tempo l’altissima qualità dei prodotti, e la necessità di un piano di comunicazione che dia la svolta: i due formaggi sono di fatto ancora poco conosciuti dal grande pubblico al di fuori del Nord Ovest dell’Italia (solo il 23,5% degli italiani sa di cosa si tratta, secondo stime del Consorzio), ma molto apprezzati da chi ne ha familiarità. Su dieci nuovi assaggiatori, sei si dicono pronti a diventare consumatori assidui.

copyright: Silvia Poli – www.silviapoli.it

“La campagna nasce con l’obiettivo di far conoscere maggiormente queste eccellenze, che hanno tutte le potenzialità per essere apprezzate anche fuori dalla Lombardia, perché in linea con le richieste dei consumatori che cercano sempre più prodotti DOP e con materia prima italiana. Alla campagna si aggiungeranno anche le celebrazioni per il venticinquennale del Consorzio, che ricorreva nel 2020 e che, causa Covid, siamo stati costretti a rimandare”. I formaggi DOP sono stemma di eccellenza per l’Italia e per la Lombardia in particolare, e sono responsabili di un gettito d’affari considerevole, come segnala l’Assessore Rolfi.

“La Lombardia produce 14 dei 49 formaggi DOP italiani. I prodotti agroalimentari DOP IGP della Lombardia hanno un valore di produzione complessiva di 1,8 miliardi di euro, con una crescita del 15% all’anno, pari al 23,2% del totale nazionale. Bitto e Casera sono due simboli della Lombardia e dell’agricoltura di montagna, con ancora un grande potenziale da sfruttare. La Regione è e sarà in prima linea insieme al consorzio per promuovere a livello comunicativo la qualità di questi formaggi eccezionali, per farli conoscere al grande pubblico e dare così il giusto valore al lavoro degli agricoltori”. Valore peraltro non intaccato dal COVID-19: il 2020 si è chiuso con 13 milioni di euro di fatturato (l’85% rappresentato dal Valtellina Casera e il 15% dal Bitto) in sostanziale parità sull’anno precedente. La produzione si è attestata a 19.130 quintali (17.030 per il Valtellina Casera e 2.100 per il Bitto) grazie a una filiera che conta 133 allevamenti.

A confronto con DOP storiche come Gorgonzola, Asiago e Fontina – che vantano oltre il 90% di notorietà a livello nazionale, e sono state assaggiate almeno una volta in media dal 78% degli italiani – Bitto e Valtellina Casera sono conosciuti dal 22% e dal 25% degli intervistati, con una penetrazione al consumo (clienti potenzialmente interessati) del 13% e del 15%, secondo una ricerca SG Marketing. Concentrandosi esclusivamente sul Nord Ovest dell’Italia, si gioca tutta un’altra partita: Bitto e Valtellina Casera sono conosciute da oltre la metà dei residenti (54%), con una penetrazione al consumo rispettivamente del 39% e 36%. Chi li consuma li ama e ne distingue le specificità: il 52% dei conoscitori del prodotto è consapevole del fatto che Bitto e Valtellina Casera vengono prodotti rispettando le regole della tradizione del territorio valtellinese e che i due formaggi vengono realizzati in due periodi dell’anno diversi, per sfruttare le diverse condizioni dei bovini.

copyright: Silvia Poli – www.silviapoli.it

La montagna, con i suoi valori tipici di naturalezza e genuinità (63% e 61%), e il gusto inconfondibile (58% e 46%) sono i marchi distintivi dei due formaggi, secondo i consumatori. Si posiziona in terza battuta la produzione a km0, con l’approvvigionamento del latte direttamente in valle (38% e 40%). Un dato quest’ultimo che si concilia bene con le richieste degli italiani sulla sostenibilità dei formaggi, che dopo l’italianità, la DOP e il prezzo concorrenziale è il quarto tra i fattori principali nella scelta dei formaggi. Nella percezione del consumatore, per essere sostenibile, un produttore di formaggio deve utilizzare solo latte a km0 (35% delle citazioni), garantire il benessere animale (34%), ottimizzare l’utilizzo di energia e acqua (28%), impiegare energia derivante da fonti rinnovabili (27%) e mantenere i metodi di produzione tradizionali/artigianali (22%).

La campagna di promozione “Alle origini del gusto” mira a far conoscere più da vicino i due prodotti: se il Bitto (in dialetto veltellinese bìtu, perenne, ovvero a lunga conservazione) – il re dei formaggi di alpeggio estivo – affonda le sue radici nell’antichissima tradizione celtica di sfruttare i pascoli naturali d’estate e di trasformare il latte appena munto in formaggio, il Valtellina Casera (casèra, latteria) è espressione della sapiente lavorazione delle prime latterie di Sondrio, che raccoglievano il latte delle vacche discese a fondovalle per lavorarlo durante l’inverno. Fu proprio quest’alternanza del sistema di allevamento a dare origine alla produzione alternata di queste due diverse tipologie di prodotto, che saranno al centro del primo cammino del Valtellina Casera e Bitto DOP, con inaugurazione a luglio.

 

© Riproduzione riservata

Tu cosa ne pensi? Scrivi un commento (0)

Resta sempre aggiornato! Iscriviti alla Newsletter

Scrivi un commento

diciassette − 2 =

Per continuare disattiva l'AD Block

La pubblicità è fondamentale per il nostro sostentamento e ci permette di mantenere gratuiti i contenuti del nostro sito.
Se hai disattivato l'AD Block e vedi ancora questo messaggio ricarica la pagina