© Riproduzione riservata
Il mondo del vino è fatto di storie. Non solo quelle di viticoltori e di territori, ma anche dei racconti e memorie delle persone che lo bevono.
Le leggende e le verità si mischiano intorno al bicchiere, e c’è chi ad ogni etichetta sa abbinare un’esperienza, con la stessa sapienza con cui ci si abbina un piatto.
È questo il caso del Blanc de Sers, il vino che non esiste. Una storia così, è rimbalzata da bocca a orecchio intorno a tutti i tavoli del trentino, fino a diventare leggenda… fino a concludersi tornando all’origine, diventando a sua volta vino.
La storia nasce nel giugno del 1978, quando due amici trentini in viaggio si fermano a mangiare vicino Cesenatico in un ristorante di gran pretesa, dove sono accolti da un cameriere pretenzioso che comincia a elencare con fare saccente i vini disponibili in carta.
È allora che i due, con quella complicità che non ha bisogno di parole cominciano a prendersi gioco di lui, è fingendo la stessa aria pretenziosa ordinano una bottiglia di Blanc de Sers.
Il povero cameriere va nel panico, si consulta con i colleghi, scende in cantina a cercare per poi tornare a testa bassa dai due ospiti dicendo che…. il vino richiesto era terminato!
Sers non è altro che il nome in dialetto del paesino di Serso, una frazione del comune di Pergine Valsugana, in Provincia di Trento, ma l’assonanza con il Francese, e la convinzione dei due avevano lasciato credere che si trattasse di una rinomata etichetta d’oltralpe.
La leggenda del cameriere borioso burlato continuò a girare per anni nel Perginese, e come succede sempre alle storie raccontate intorno ad un tavolo, di volta in volta cambiava nei particolari e nei protagonisti, ma non nel nome del vino.
Fino a quando non è passata dalla forma orale alla forma scritta. E la sua pubblicazione non poteva apparire altro che su un’etichetta di vino…anzi, di Quel vino!
Ebbene si, oggi il Blanc de Sers esiste, è una realtà, ed è anche un vino che racconta il proprio territorio.
Infatti “Blanc de Sers Igt Vigneti Delle Dolomiti” rientra nel progetto di recupero e vinificazione di antiche varietà autoctone presenti sul territorio trentino, ed è ottenuto dai vitigni di Valderbara, Vernaza, Veltliner e Nosiola e altre varietà.
Serso si trova nella zona della Valsugana sul lato destro del torrente Fersina in prossimità della Valle dei Mocheni, ed è una zona perfetta per la produzione di bianchi. Tra i 550 e i 700 metri s.l.m., riparata dai venti del nord, in pendenza e ben ventilata, è esposta al sole tutto il giorno. Nulla da invidiare ai vini francesi dunque.
Sull’etichetta è raccontata la storia dei due amici e del loro viaggio. Resta solo un dubbio…sarà presente anche nella carta dei vini del ristorante di Cesenatico oggi?
+Info:
www.cantinemonfort.it/monfort/vini/casata-monfort-it-it/blanc-de-sers-igt-vigneti-delle-dolomiti/
© Riproduzione riservata