Da sempre le bollicine sono sinonimo di brindisi e di festività. Con consumi generali ancora concentrati sulla essenzialità, anche il fine anno 2016 ricalca l’andamento del 2015, con un solo +1% di volumi.
Le previsioni danno in calo soprattutto le etichette più note di Champagne e tutti gli altri marchi esteri, ad eccezione di pochi topleader e delle occasioni di prezzo dell’ultimo minuto. Nel range 15-25 euro/bott è possibile acquistare in Gdo sia uno Champagne che un Franciacorta, con 6-12 euro/bott si acquistano ottimi Prosecco Superiore e Prosecco doc spumante sempre nei grandi centri commerciali. Bene i consumi fuori-casa, al bar (30%) e l’acquisto diretto in cantina (9%). Pacchi-mix regalo in calo, soprattutto i più abbondanti; in leggera crescita le confezioni di sole bottiglie di vino e bollicine. Leader delle vendite di fine anno al consumatore finale è la Gdo con circa il 72% nel solo mese di dicembre. I brindisi delle festività 2016-2017 valgono 510 mio/euro, a tanto ammonta la spesa degli italiani fra consumi domestici e fuori casa, compreso i marchi esteri di vini con le bollicine.
“Novità assoluta 2016-2017, però, è la tendenza al consumo di vini dal sapore più secco e meno alcolico sia fra le bollicine metodo tradizionale che di metodo italiano”, sostiene l’Osservatorio economico dei vini effervescenti. Meglio il Prosecco Spumante extradry e brut, che il dry. Solo per il Cartizze Valdobbiadene Superiore prevale il dry, più morbido. Spopolano a tavola e nei cenoni il Franciacorta Saten e il Trendodoc brut. 2016 all’insegna del gusto secco: Franciacorta brut e Franciacorta Saten brut saranno su 2 tavole ogni 5; il Prosecco doc in 7 tavole su 10, il Valdobbiadene Conegliano Superiore docg su 3 tavole imbandite di Natale ogni 6. Calo ancora significativo per l’Asti docg e per tutti gli spumanti generici dolci, in totale non saranno neanche 11 mio/bott, quelle stappate a fine anno. Ricresce il mitico consumo dei “panettoni” a Natale in modo evidente, ma con le bollicine “brut”, cioè secche. Volano invece molto bene i tappi dei topbrand italiani del metodo tradizionale: sfioreranno le 12 mio/bott nella sola notte di fine anno.
La strada del recupero del boom dei consumi di fine 2008 è lunga, anche se la bollicina resta sempre uno dei regali più apprezzati”. Nei giorni di festività si stapperanno in totale 58,5 mio/bott, di cui 2,9 estere con i picchi di consumo di 10,5 mio/bott in occasione del Natale, circa 34 l’ultima notte dell’anno, 3,5 mio/bott per la Befana. In totale il 40% dei consumi dell’intero anno. La stagionalità e le festività tornano a incidere in modo significativo. Solo Prosecco e Franciacorta mantengono un trend di crescita dei consumi e una destagionalizzazione consolidata. Valori stabili in cantina (+0,1/0,4% sul 2015), valori in crescita al consumo (+1,2/1,8% sul 2015). Il giro d’affari al consumo per queste feste sarà di 440 mio/euro, per le sole bollicine made in Italy.
Dicembre e le festività sono il barometro di un anno di consumi in Italia. Continua la leadership dei consumi di bollicine, anche in Italia, seppur ancora limitati a un 12% del mercato totale del vino consumato in un anno. Controtendenza la stagionalità delle festività di fine anno dove non si lesina su una bollicina in più. La strada del recupero dei dati-consumi del 2008-2009 è ancora lunga, ma il 2015 e 2016 segnano lo stop al calo e una piccola ripresa, un recupero durante le festività dei due anni attestato su un + 2,5% in totale. Confermata anche la ripresa del consumo nazionale di vini tranquilli (+0,8% rispetto al 2015), prosegue la inversione di tendenza già constatata nel 2015 (+0,5% sul 2014). Il segnale positivo viene più dal consumo domestico, partendo dalle visite in cantina per acquisti diretti, che dal consumo in horeca, ancora fermo.
Viceversa, boom di acquisto vini in box e bottiglie nella Gdo. Prova evidente che c’è voglia di vino, ma è ancora il prezzo che ne frena l’acquisto. Un segnale non incoraggiante viene dai consumatori Millennials. All’inizio degli anni 2000, il boom dei consumi di vini è stato condizionato dalle scelte dei 18-25enni, la prima generazione. Oggi la generazione più giovane non consuma vino: c’è un ritorno ai cocktails, alle birre artigianali, ai mix colorati di tendenza esotica. “Anche per questo – è categorico Comolli – reclamiamo da qualche anno un forte impegno del Ministero a fare una valorizzazione culturale dei vini italiani sul mercato interno, nel pieno rispetto di norme di sicurezza e salutistiche, tipo quella degli anni Duemila utilizzando i moderni sistemi telematici. Meglio un calice di vino con gli amici, che sballi alcolici”.
Per i dati assoluti di volumi, le festività vedono al primo posto il consumo di Prosecco spumante docg e doc con 30 mio/bott, 11 mio/bott di spumanti dolci e demisec, 10 mio/bott di metodo tradizionale e circa 7,5 mio/bott di origine diversa tendenzialmente brut. Valdobbiadene docg e Prosecco doc, particolarmente richiesti in cenoni fuori casa in compagnia. Per le famiglie, a ruba, i promo calmierati nella Gdo per Trentodoc e Franciacorta. In calo la richiesta di Superiore di Cartizze Prosecco docg. Bene il Lambrusco spumante. Il Cava spagnolo e altri di importazione sono quasi spariti, mentre lo Champagne cala nei grandi brand e riserve; tengono le etichette nella Gdo.
(ndr: ricerche mercato di Ovse sul consumo finale)
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