L’aumento della domanda di vino inglese e gallese ha spinto i produttori britannici ad aumentare la superficie totale coltivata a vite del 74% negli ultimi cinque anni. Secondo un nuovo rapporto dell’associazione di categoria WineGB, i vigneti sparsi in Gran Bretagna sono 943, per un totale di 3.928 ettari coltivati a vite.
L’Inghilterra ha 3.855 ettari coltivati a vite, 70,3 ettari il Galles e 1,9 ettari la Scozia. Secondo quanto riporta il sito Decanter, il settore ha prodotto 12,2 milioni di bottiglie nel 2022, con un aumento del 130% rispetto ai 5,3 milioni di bottiglie prodotte nel 2017. Lo spumante rappresenta il 68% della produzione, una cifra che è rimasta piuttosto costante negli ultimi cinque anni.
Secondo i dati ufficiali del governo, la viticoltura è oggi il settore agricolo in più rapida crescita nel Regno Unito. Impiega 2.300 persone a tempo pieno, mentre altre 8.300 sono impiegate in lavori part-time o stagionali.
WineGB ha intervistato i suoi associati su come si svilupperà il prossimo decennio e ha ricevuto risposte da aziende che rappresentano oltre il 90% della produzione del Paese. Gli intervistati hanno previsto che la superficie totale coltivata a vite in Gran Bretagna aumenterà fino a 7.600 ettari entro il 2032. Prevedono inoltre che la produzione raggiungerà i 25-29 milioni di bottiglie all’anno entro quella data.
Sam Linter, presidente di WineGB, ha dichiarato: “Sono tempi davvero entusiasmanti per il vino inglese e gallese. Siamo diventati una regione vinicola di fama internazionale e di altissima qualità”.
Il Kent ha 1.033 ettari coltivati a vite, il 26% degli impianti totali del Paese. Il West Sussex e l’East Sussex contano rispettivamente 570ha e 493ha, mentre il vigneto totale dell’Hampshire è salito a 380ha. Anche l’Essex ha 325ha coltivati a vite.
Lo Chardonnay è la varietà più diffusa. Rappresenta il 31% degli impianti totali, seguito da Pinot Noir (29%), Pinot Meunier (9%), Bacchus (8%) e Seyval (3%). Il canale di vendita più importante è il commercio al dettaglio – supermercati e negozi indipendenti – che rappresenta il 41% delle vendite, seguito dal canale diretto al consumatore (30%), da bar e ristoranti (22%) e dalle esportazioni (7%). Durante la pandemia il canale diretto al consumatore ha rappresentato il 57% di tutte le vendite di vino inglese e spumante. Tuttavia, ora è sceso al 30%.
WineGB prevede una crescita in tutte le categorie in futuro: “I consumatori chiedono più prodotti locali e rispettosi dell’ambiente, cosa che i vini inglesi e gallesi sono in una posizione unica per offrire”, ha dichiarato il CEO ad interim Ned Awty.
Anche il turismo è aumentato dopo la pandemia: nel 2022 il numero di visitatori delle aziende vinicole britanniche è cresciuto del 17% rispetto all’anno precedente. Secondo l’indagine di WineGB, il turismo rappresenta ora il 24% delle entrate del settore.
FONTE: www.federvini.it/