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Boris Johnson contro l’obesità


Quella contro il junk food, meglio conosciuto come cibo spazzatura, è una battaglia che va avanti da parecchi anni. Secondo i dati, nel Regno Unito 1 bambino su 3 soffre di obesità ed è per questo che il governo britannico di Boris Johnson ha ufficialmente presentato un progetto di legge che vieta la pubblicità televisiva e online dei prodotti alimentari più calorici e malsani dalle 5:30 alle 21:00.

Il primo ministro Boris Johnson, che in precedenza non era un fanatico dell’alimentazione sana, ha dichiarato di aver cambiato idea dopo aver contratto il Covid-19 e che l’obesità è uno dei veri fattori che possono incidere sulla gravità e sulla mortalità della malattia, aggiungendo: “Perdere peso, francamente, è uno dei modi per ridurre il proprio rischio di coronavirus”.

Boris Johnson – Credits: Jon Curnow – Wikimedia Commons

Non sarà dunque permesso pubblicizzare merendine, snack, biscotti, gelati, patatine, panini, … ma anche cereali per la colazione, yogurt, piatti pronti, crocchette di pollo e pesce fritti in pastella e tutti quegli alimenti considerati dannosi per la salute durante all’orario stabilito.

Il provvedimento comprende pubblicità televisiva e advertising online con banner ed inserzioni all’interno di video on-demand, social network, motori di ricerca e applicazioni mobile. Dal provvedimento sono escluse le aziende con meno di 250 dipendenti come i piccoli ristoranti e pasticcerie locali. Inoltre il divieto sarà limitato ai contenuti a pagamento, il che significa che le aziende possono continuare a promuovere i loro prodotti utilizzando i propri blog, siti web, pagine social media e app di proprietà.

Un provvedimento troppo estremo? Si, per molti. Tuttavia, le autorità sanitarie inglesi hanno affermato che grazie a questa misura si potrebbero eliminare fino a 7,2 miliardi di calorie dalla dieta dei britannici e ridurre di oltre 20 mila unità il numero di bambini obesi.

L’altro lato della medaglia sembra essere l’ingente perdita che la legge potrebbe provocare, pari a 600 milioni di sterline all’anno per le industrie per settore e mancati introiti pubblicitari attorno ai 200 milioni per emittenti come Itv, Cannel 4, Channel 5 o Sky.

Nonostante sia considerata una soluzione estrema secondo la British Heart Foundation è una mossa importante e coraggiosa per combattere obesità, diabete e disturbi cardiovascolari.

Dal 2018 sempre per arginare il tasso crescente di obesità nel paese è in vigore nel Regno Unito la cosiddetta sugar tax che colpisce le bevande ad alto contenuto di zucchero. Anche in Italia, nonostante il consumo pro-capite di bibite sia uno dei più bassi di Europa, dovrebbe entrare in vigore dal prossimo anno una tassa simile che però nel nostro Paese colpirà tutte le bevande analcoliche dolci (edulcorate anche con dolcificanti dietetici) indistintamente dall’apporto calorico. Evidentemente una legge creata più per fare cassa che per contrastare realmente l’obesità.

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