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A Buon Rendere: il ruolo centrale del Deposito Cauzionale nella circolarità dei materiali


Fonte: https://www.facebook.com/Buonrendere/

Si svolgerà a Milano il prossimo 15 giugno (dalle ore 10 alle 13 presso la Sala Lauree del Dipartimento di Scienze Politiche in Via Conservatorio 7) la presentazione dello studio “Il ruolo centrale del Deposito Cauzionale nella circolarità dei materiali – Unlocking the benefits of a deposit return scheme in Italy”, che analizza nel dettaglio gli impatti derivanti dall’introduzione di un Sistema di Deposito Cauzionale in Italia, finalizzato al riciclo per gli imballaggi monouso per bevande.

Lo studio è stato commissionato alla società di consulenza inglese Eunomia dalla nostra Campagna Nazionale “A Buon Rendere” che, ricordiamo, è promossa dall’Associazione Comuni Virtuosi e sostenuta dalle principali organizzazioni non governative nazionali che si occupano di ambiente e sostenibilità, e da numerose altre di interesse locale che si trovano sul sito della Campagna.

Come noto, l’art. 44 della proposta di regolamento europeo sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (PPWR) dispone che entro il 1º gennaio 2029 gli Stati membri debbano adottare le misure necessarie affinché siano istituiti sistemi di deposito cauzionale e restituzione per bottiglie di plastica e contenitori di metallo monouso per bevande, a meno che gli stessi non dimostrino di aver raggiunto il target del 90% di raccolta rispetto all’immesso sul mercato negli anni 2026 e 2027.

La proposta della commissione segue a distanza di circa tre anni la Direttiva (UE) 2019/904 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 giugno 2019, sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente (la cd. Direttiva SUP).

Lo studio, inoltre, ha modellato l’impatto che un sistema di deposito cauzionale (DRS– Deposit Return System) potrebbe avere sull’attuale gestione dei rifiuti da imballaggio in Italia, analizzando sia le ricadute economiche sui principali portatori di interesse (inclusi i Comuni) sia le ricadute ambientali.

L’analisi condotta evidenzia con chiarezza come l’introduzione di un DRS consentirebbe, anche in Italia, di aumentare sia la quantità che la qualità dei materiali raccolti, raggiungendo e superando i nuovi target di legge. Oltre a ridurre al contempo la domanda di materie prime vergini e garantire all’industria delle bevande un flusso adeguato di materiali da riciclo idonei alla produzione di nuovi contenitori (closed loop recycling). L’introduzione di un DRS consentirebbe, perdipiù, di ridurre considerevolmente il fenomeno della dispersione nell’ambiente (littering), contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione e ridurre la pressione sui sistemi naturali legata all’estrazione delle materie prime.

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SOSTEGNO AL DRS DA PARTE DEL SETTORE DELLE BEVANDE UE

È interessante notare che a livello UE tale misura sia stata addirittura richiesta da ampi settori industriali, che si sono accorti di quanto la circolarità possa diventare un fattore chiave di competizione in un’economia che è povera di materie prime rispetto alle potenzialità del suo sistema industriale. Tra i sostenitori dei sistemi cauzionali ricordiamo tra gli altri : NMWE, UNESDA, AIJN, BALL, Plastics Europe.

In Italia una prima marca leader nel settore delle acque minerali, Sant’Anna ha aderito alla suddetta campagna, con l’augurio che anche altre marche del beverage rendano nota ai propri consumatori la loro posizione in merito.



I Sistemi di Deposito Cauzionale si stanno sempre più diffondendo in Europa e nel mondo. Ad oggi i sistemi di deposito attivi in Europa sono tredici (Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Islanda, Lettonia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Slovacchia e Svezia) e raggiungono tassi di intercettazione per il riciclo che superano il 90%. Ulteriori undici Paesi hanno già stabilito l’intenzione di introdurre tali sistemi e si accingono a farlo nei prossimi tre anni. (Austria, Cipro, Grecia, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Regno Unito, Romania, Scozia, Turchia, Ungheria).

Enzo Favoino, Coordinatore Scientifico di “A Buon Rendere”, sostiene: “I dati raccolti e validati su scala nazionale, ci dicono che l’Italia ha fatto grandi passi avanti nella raccolta differenziata e nel riciclo, ma sappiamo anche che siamo ancora distanti dagli obiettivi prefissati. Sappiamo inoltre che nel caso del PET, nonostante decenni di sforzi sui sistemi di raccolta differenziata tradizionale, il tasso di riciclo effettivo è attorno al 50%. Lo stesso nel caso del vetro ed alluminio (…)”.

Silvia Ricci del Coordinamento Campagna “A Buon Rendere” afferma: “Lo studio che presentiamo fa chiarezza sui costi reali di implementazione e di esercizio del nuovo sistema e sui soggetti chiamati a sostenerli, nonché sui benefici ambientali ottenibili grazie all’introduzione di un DRS. Evidenzia inoltre le ricadute positive sulla riduzione dei costi complessivi del sistema dal punto di vista dei Comuni, con riferimento sia alla raccolta indifferenziata che alle raccolte differenziate e al fenomeno del littering. Non va infatti dimenticato che i costi dovuti dallo spreco di sette miliardi di contenitori che ogni anno non raggiungono gli impianti di riciclo, finendo in discariche e inceneritori o dispersi nell’ambiente, rappresentano un costo anche economico per l’intera comunità, oltre ad un danno rilevante per il settore del turismo”.

+ INFO: buonrendere.it/

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