La Commissione europea ha approvato la richiesta di inserimento nel registro delle indicazioni geografiche protette (Igp) per la Burrata di Andria. Con la Burrata di Andria il numero dei prodotti italiani (esclusi vini e liquori) inseriti nel registro europeo “Door” degli alimenti Dop/Igp/Stg sale a quota 289.
La «Burrata di Andria» I.G.P. è un formaggio prodotto con latte vaccino e ottenuto dall’unione di panna e formaggio a pasta filata. L’involucro è costituito esclusivamente da pasta filata che racchiude, al suo interno, una miscela di panna e pasta filata sfilacciata. Un formaggio della tradizione pugliese che raggiunge ora le vette del’Europa. La Burrata nasce nei primi decenni del 1900 dall’ingegno di Lorenzo Bianchino per conservare il latte e la panna, che non poteva consegnare a causa di una forte nevicata. Fu per questo che emulò la mantèca, formaggio a pasta filata contenente burro. Da allora la burrata continua a dare soddisfazione al consumatore e, naturalmente, al produttore.
la Coldiretti Puglia ha tuttavia espresso delle riserve per l’approvazione dell’inserimento nel registro delle indicazioni geografiche protette (Igp) per la Burrata di Andria «Il Disciplinare non contiene alcuna indicazione dell’origine del latte e così questa diventa – secondo il presidente della Confederazione agricola pugliese, Gianni Cantele – un’operazione di cui beneficiano esclusivamente artigiani e industriali che vendono prodotto fatto con latte importato dall’estero, gabbando i consumatori e la sana imprenditoria zootecnica pugliese». «E’ inaccettabile che il riconoscimento comunitario Igp non tenga conto – secondo Cantele – delle importanti novità introdotte dal decreto che obbliga ad indicare in etichetta l’origine del latte da utilizzare per fare i prodotti lattiero-caseari ‘made in Italy”
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