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Il business del commercio estero delle ACQUE MINERALI ITALIANE


Nel 2012 le esportazioni di acque minerali italiane si sono mantenute al disopra del miliardo di litri, esattamente 1.073 milioni contro 1.067 del 2011, producendo introiti per 341 milioni di euro, in aumento del 9% rispetto al 2011. Il prezzo medio per litro è cresciuto a 0,32 euro, largamente superiore alla media dei prezzi di vendita alla distribuzione sul mercato interno, dove, come noto, l’industria realizza mediamente cifre inferiori a 0,2 euro/litro. In volume le esportazioni rappresentano ca. 8,5% del totale volumi prodotti dall’industria dell’imbottigliamento di acque minerali italiane; a valore invece le esportazioni superano il 15% circa del totale giro d’affari dei produttori nell’esercizio 2012. Quindi il business dell’esportazione ha ormai assunto un rilevo di tutto rispetto. Poiché le importazioni di acque minerali sono del tutto trascurabili, il saldo netto IMPORT-EXPORT coincide grossomodo con il totale esportazione. Con riferimento all’ultimo quadriennio il trend delle esportazioni di acque minerali nel mondo si è evoluto in termini positivi, passando dai 938 milioni di litri nel 2009 agli attuali 1.073 milioni e, in valore, da 280 milioni di euro agli attuali 342 milioni

L’Italia esporta acque minerali in oltre 90 diversi Paesi in tutto il mondo. Tuttavia i primi 8 mercati (nell’ordine: USA, Francia, Germania, Svizzera, Canada, Australia, UK , Giappone) assorbono l’80% del totale esportazioni sia a valore che a quantità. Gli USA sono il primo mercato a valore, mentre la Francia è il primo mercato a quantità. L’industria italiana delle acque minerali si sta ritagliando una posizione di rilevo nell’ambito delle ristorazione italiana di qualità all’estero, proponendo l’acqua minerale Italiana come prodotto tipico delle gastronomia italiana e della dieta mediterranea. In tal senso l’industria italiana delle acque minerali sta ripercorrendo gli stessi canali di sbocco dell’esportazione del vino italiano nel mondo e, in tal senso, non sarebbe male se si potessero creare delle collaborazioni distributive con i grandi esportatori di vini italiani. Ma, oltre ai tradizionali Paesi di cui sopra, ci sono altre aree promettenti che andrebbero esplorate in termini di export delle acque minerali italiane, come ad esempio il vicino Medio Oriente (dove tra l’altro i consumi di acqua confezionata sono rilevanti e in crescita) e i vicini Paesi mediterranei dell’Africa del Nord (dove possiamo arrivare via mare con bassi costi di distribuzione).

Fonte: tratto da Bevitalia 2013-14 di Beverfood.com Edizioni

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