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Caccia a ottobre rosso: dieci etichette di rosso da cacciare in cantina


Ottobre è il mese della vendemmia, il periodo dedicato ai grandi vini rossi. Le foglie iniziano a cadere, i colori d’autunno dipingono il paesaggio di sfumature cangianti. Ottobre è uno dei miei mesi preferiti, a tavola ci si diverta tra cacciagione, selvaggina, tartufi e funghi, il vino rosso ritorna protagonista in tavola dopo aver lasciato spazio a prodotti più freschi e bevibili nel periodo estivo. Abbiamo voluto fare anche noi una piccola caccia di ottobre, come nel celebre film vincitore del premio Oscar “Caccia a Ottobre Rosso”, pellicola degli anni ’90 con Sean Connery e Alec Baldwin, da cui è ispirata questa carrellata. Al posto di sotto-marini e da spies stories in piena guerra fredda, i protagonisti del nostro pezzo sono dei grandi vini rossi tutti da cacciare. Vitigni autoctoni, blended, vini di provenienza di alcune delle migliori zone d’Italia ma non solo, visto l’ottimo lavoro di importazione che stanno facendo sul territorio alcuni distributori che stanno portando su tutto il territorio nazionale i migliori vini del mondo.



OTTOBRE ROSSO TENUTA I FAURI

Iniziamo la carrellata da Ottobre Rosso, che idealmente ha ispirato questo pezzo. Il Montepulciano è uni dei vitigni che stanno facendo grande l’Abruzzo, alla Tenuta i Fauri lo vinificano nel rispetto della tradizione. Macerazione fermentativa per una decina di giorni in cemento, svinatura e affinamento in cemento per 9 mesi. Uve 100% Montepulciano, 30.000 bottiglie prodotte in media annualmente nel comune di Villamagna in provincia di Chieti. Bel colore rosso rubino con riflessi violacei, al naso complesso e intenso, con sentori di frutta rossa, in bocca equilibrio e persistenza, abbinamenti consigliati arrosticini abruzzesi nel rispetto del territorio.

 

CHIANTI FATTORIA LA SELVANELLA

La Selvanella è uno dei migliori Cru della Tenuta Melini, una sorta di riserva non solo per la caccia ma anche per il vino. 50 ettari in corpo unico a Radda in Chianti. Un vero cru, 100% Sangiovese, prende il nome da un podere di proprietà di Casa Melini nel cuore storico del Chianti Classico. La produzione di questa riserva è iniziata con la vendemmia 1969. È stato uno dei primissimi vini d’Italia ad essere vinificato in selezione e a portare in etichetta l’indicazione del cru di provenienza. Raccolta a mano, vinificazione tradizionale in rosso con prolungata macerazione delle uve. Affinamento di 30 mesi in fusti di rovere francese, successivo passaggio in bottiglia di circa 12 mesi.

 

FUMIN ELIO OTTIN

Ci troviamo in Valle d’Aosta, nel comune di Quart. Una terra limosa e sabbiosa, dove Elio Ottin ha trovato la sue dimensione di vignaiolo lasciando anni fa un lavoro sicuro per mettere anima e corpo nel suo sogno. Vendemmia manuale, l’uva raccolta rimane a riposare per circa tre settimane in piccole cassette da appassimento. Vinificazione in botte grande, 30 hl, senza aggiunta di lieviti e senza il controllo della temperatura. Affinamento 8 mesi in acciaio, poi in botti di legno di primo passaggio. Risultato un Fumin dal colore rosso porpora intenso con riflessi violacei, al naso sentori di frutti rossi maturi e marmellata e note tostate, in bocca struttura ed equilibrio, finale lungo e persistente.

 

VINA EL PISON ARTADI

Viña el Pison è fra i più iconici, ricercati e rari vini spagnoli, l’espressione massima della filosofia di Juan Carlos Lopez de Lacalle. Per lui il vino è pura simbiosi fra suolo, clima, vite e uomo. 100% uve di Tempranillo che arrivano dal piccolissimo Cru Viña El Pison, appezzamento di terreno di 2,4 ettari in Laguardia, zona della Rioja, terreno argilloso-calcareo con resa media di solo 35 hl per ettaro e la vendemmia viene fatta a mano in cassette da 10Kg. Macerazione a freddo di 24-48 ore, fermentazione di 10-12 giorni avvengono in tini di legno aperti, affinamento 12 mesi in barriques di rovere francese, dove svolge anche la fermentazione malolattica. Un vino che è in continua evoluzione, al naso si spazia da sentori di ciliegia, violetta, cannella, lampone e arancia sanguigna. Al palato è un vino elegante, di medio corpo, caratterizzato da una vibrante acidità e una profonda mineralità.

 

INFERNO SESTO CANTO AR.PE.PE

In Valtellina sono abituati a regalare dei piccoli capolavori a base di Nebbiolo delle Alpi. Ecco il Sesto Canto, direttamente dall’Inferno dantesco, dove si narrano le pene inflitte ai peccatori di gola. Il paesaggio è tormentato dalla pioggia eterna, siamo nel terzo cerchio, come la vigna di Ar.Pe.Pe a 450 metri di quota, sul terzo tornante della strada denominata “Circuito dell’Inferno”. Strade che videro protagonista anche l’indimenticato Arturo, il papà di Ar.Pep.Pe, in numerose edizioni della Coppa Valtellina di Rally, l’altra sua grande passione insieme al vino, che lo portò a sognare una Riserva di Inferno che celebrasse la potenza, il ruggito, il boato di una terra aspra che lascia senza parole. Nel 2009 hanno deciso che era giunto il momento di dare vita al suo sogno: Valtellina Superiore Inferno Riserva Sesto Canto DOCG. Annata super, tannini graffianti, lungo affinamento in botti di castagno, un vino tonante come la voce grossa di un canto solenne.

MALBEC PREMIUM ALTA VISTA

Già dal nome della linea “Premium”, della Bodega Alta Vista, si capisce il posizionamento di questo Malbec dell’azienda argentina che ha una grandissima esperienza nella lavorazione in purezza dei vitigni autoctoni. Siamo in Argentina, nella Valle de Uco e da Lujan de Cuyo. La famiglia d’Aulan produce vini in diverse regioni del mondo, dalla Francia , paese d’origine, passando dall’Ungheria, per arrivare fino in Argentina, dove dal 1998 possiede l’azienda Alta Vista. Siamo quindici chilometri a sud di Mendoza, nel cuore di Chacras de Coria, si trovano le cantine dotate delle migliori tecnologie d’avanguardia. Alla costante ricerca della massima qualità, partendo dall’uva per arrivare al prodotto finito, sono il malbec e il torrontés le due principali varietà vitate a essere valorizzate appieno, grazie alla combinazione del savoir faire francese con la passione argentina.

 

BARBARESCO RISERVA SANTO STEFANO CASTELLO DI NEIVE

Castello di Neive si definisce un’azienda-modello. Una cantina tutta da visitare per il fascino e la bellezza del Castello dove ha sede, nel cuore delle Langhe nel comune di Barbaresco. Il Santo Stefano un cru tra i più vocati della zona, con grandi potenzialità evolutive ma in gradi di regelare anche momenti indimenticabili sin da subitio. Colore granato intenso e brillante con riflessi aranciato. Al naso è ampio, con sentori complessi e intensi tra frutta matura e sfumare in un bouquet di tabacco, speziate e note balsamiche e mentolate. In bocca il tannino è ben levigato con morbidezza ed eleganza, supportato dalla giusta acidità che manterrà questo equilibrio per lungo tempo.

BEAUNE 1ER CRU LES AIGROTS MALDANT

La Borgogna più vera, nel Beaune 1er cru del Domaine Maldant. Ci troviamo vicino a Pommard, un vigneto piantato nel 1926 nel mezzo della costa su suoli di marna bianca e piccoli sassi. Esposizione solare eccellente che assicura una maturità perfetta prima della vendemmia, eseguita manualmente. Macerazione a freddo sotto protezione dei gas carbonici, al fine di preservare gli aromi, fermentazione in tini per il controllo della temperatura. Remontage durante la vinificazione dai 30 ai 35 giorni, pressurage dolce e delicato. Allevamento al 100 % in botti di rovere per 16 mesi. Naso ampio e generoso con note floreali, bocca delicata con una bella struttura e lunghezza.

 

AGLAINICO VIGNA QUINTODECIMO LUIGI MOIO

Fare il Taurasi più buono del mondo, questo l’obiettivo di Luigi MoIo, uno dei personaggi più importanti nel mondo del vino che si diverte con la sua azienda Quintodecimo. Il Taurasi riserva Vigna Quintodecimo è un cru di due ettari di Aglianico, ottenuto dall‘omonima vigna, piantata nel 2001 sul versante nord-ovest della tenuta. Terreno di rocce argillose con calcare, 420 metri di altitudine con una pendenza del 25% ed esposizione nord/ovest, coltivata a controspalliera con potatura a cordone speronato. Il Vigna Quintodecimo è un sottile equilibrio di piccoli frutti, spezie e note floreali. Un vino di straordinaria ricchezza ed eleganza che raggiunge l’apice entro i primi vent’anni conservando i suoi caratteri ancora per moltissimi anni dopo.

 

DETTORI ROSSO

Uno dei personaggi più noti del vino naturale, che pochi giorni fa è tornato sui social dicendo che il vino naturale è morto. Il Dettori Rosso è più vivo che mai, un vitigno storico come Retagliadu Nieddu Cannonau storico di Sorso-Sennori, su un suolo calcareo in collina a 300 m s.l.m. Vigna ad alberello a conduzione biologica, vigne vecchie di 100 anni, rese super basse da 15.0 ettolitri per ettaro. Dopo la vendemmia manuale la vinificazione avviene con diraspatura, macerazione e fermentazione spontanea da tre a dieci giorni. Affinamento per due o tre anni in piccole vasche di cemento, poi in bottiglia, nessun processo di chiarifica e filtrazione. Al naso sentori fruttati, ampiezza e complessità, in bocca grande potenza, sembra quasi di essere di fronte a un fortificato, abbinamento consigliato carne.

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