“Il caffè è il più vecchio alleato del gelato – dice Stefano Pillot, direttore generale di Galatea –, basti pensare all’affogato e al gelato al gusto caffè. Del resto, un locale deve proporre un’offerta completa e deve potere lavorare 12 mesi e abbattere i costi di gestione. Per questo andremo sempre più verso una multifunzionalità dei locali, che al momento nel nostro Paese è più tipica del Centro-Sud. È indubbio che è in atto una selezione delle gelaterie in Italia. Da parte nostra, consigliamo coerenza, trasparenza e onestà verso il cliente”.
“Non riesco a pensare a nessun prodotto che si combini meglio con il gelato del caffè – conferma Federico Tassi, direttore di Cattabriga – Iceteam 1927 del gruppo Ali – . È ideale sia come spazi sia come tecnologia, con le macchine che possono perfettamente convivere nello stesso esercizio commerciale. Inoltre, nel gelato come nel caffè il margine lordo di guadagno è elevatissimo: l’unica cosa che bisogna fare è vendere. L’importante è trovare macchinari adatti al tipo di consumo e scegliere la location giusta”.
E il gelato si allarga in altri ambiti oltre alla classica gelateria. “Negli ultimi anni la nostra offerta, da sempre volta a offrire la più vasta gamma possibile di soluzioni, si è allargata ai quei clienti che non hanno il gelato come business primario, bar, pasticcerie, alberghi o catering, ma che vogliono aggiungere un gelato di qualità alla loro proposta. Per questo abbiamo ideato macchine, combinate o non, in grado di produrre anche piccole quantità: una vaschetta ogni 10 minuti contro le abituali due-quattro, ma che sono in grado di lavorare anche con una carica da mezzo litro. Ideali per un consumo giornaliero, occupano poco spazio in cucina. Del resto i ristoranti sono sempre più attenti a proporre un dessert di qualità. Sono macchine che non pongono confini alla creatività dello chef permettendogli di realizzare anche piccole quantità di gelato sul momento”.
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