Era inevitabile che, dopo essere entrato nell’empireo delle esperienze gastronomiche d’eccellenza, in tutte le sue sfumature e origini, il caffè uscisse dalla tazzina e diventasse protagonista, di per sé, della cucina e della pasticceria. Si diffonde sempre più la consapevolezza della varietà delle origini e della tostatura.
Infuso o in grano, ma anche in tutte le sue parti. Non sono una novità le cene a base di caffè, spesso sponsorizzate da aziende. Come quella proposta da Vergnano a Eataly qualche tempo fa e firmata dallo chef Francesco Passalacqua. O quella del ristorante dell’hawaiana Daylight Mind Coffe Company che in otto portate del caffè usa proprio tutto, dal chicco alla foglia alla pula. E del resto alle Calandre si sperimentava con la polvere di caffè già più di dieci anni fa. Ma si sa che i grandissimi precorrono i tempi.
Il caffè gourmet è una realtà acquisita per Caffè Carraro, che conferma il crescere di una consapevolezza da parte dei consumatori che va però seguita ed affinata, come spiega Giuseppe Zanandrea, Amministratore Unico: “Sono vent’anni che proponiamo e vendiamo nelle migliori caffetterie le monorigini e i caffè gourmet, ora sono diventati di moda. Meglio così, se serve ad affinare conoscenza e gusto e se l’interesse perdurerà nel tempo. Sentiamo che l’esigenza più grande dei nostri consumatori, a volte consapevole e a volte no, è una conoscenza e cultura sul mondo del caffè espresso. Baristi e ristoratori dovrebbero cercare di formare dei consumatori consapevoli e soprattutto sensorialmente evoluti, cioè in grado di apprezzare una tazzina di espresso senza condizionamenti “esterni”, come testimonial cool o la confezione Luxury”.
L’attenzione verso le tostature è confermato anche da Andreas Juerss, direttore marketing di Neuhaus Neotec: “Host 2015 ha superato tutte le nostre aspettative. Abbiamo visto grande interesse verso il nostro nuovo macinatore Neogrind che presentavamo in anteprima e per il nostro sistema di torrefazione ad aria calda RFB. Da parte di torrefattori specializzati c’è una grande domanda di consulenza a cui rispondiamo con workshop che svolgiamo periodicamente”. Altra tendenza in crescita è quella del monoporzionato e delle capsule in alluminio, come ci conferma Alain Adler della belga Belmoca: “Siamo in questo settore specifico e ogni anno vediamo crescere il mercato, specie nei Paesi che tradizionalmente bevono tè. A Host abbiamo incontrato professionisti da tutte le nazioni, dall’Asia alle Americhe, dall’Europa ai Paesi arabi. È veramente la fiera di riferimento, specie per il nostro segmento”.
Infine, cambiano gli stili e anche gli accompagnamenti. Non è solo questione di origine, anche il caffè più banale ha, anzi magari proprio per questo richiede, dolcificante o latte aggiunto. Largo dunque, in tempi di intolleranze, ai latti “alternativi” (mandorla in primis, ma anche soia, riso, avena e nocciola). E un benvenuto se lo guadagnano gli addolcitori “diversamente zuccherosi” ma naturali come la stevia. L’ultima novità proveniente dagli States? Gli sciroppi di zucchero “della casa”, aromatizzati con spezie ed erbe, che aggiungono un tocco di aroma inusuale e multisensoriale alla tazzina.
Fonte: host.fieramilano.it/la-new-wave-del-caff%C3%A8