Il miglior modo per ambientarsi a Londra non è spostare un’ora indietro l’orologio, ma spostare avanti la mente. Alcuni baristi nostrani vedono quasi sempre con pessimismo il mercato italiano (me compreso), altri sono abituati a criticare, a prescindere, tutto ciò che viene dall’estero, difendendo a spada tratta il metodo italiano. In entrambi i casi si parla molte volte per sentito dire, riportando mezze verità o recitando i soliti luoghi comuni. Dopotutto, come si fa a dire che una cosa è giusta ed una è sbagliata, quando si parla di arte? Qualcuno se la sente di dire che Degas dipingeva meglio di Monet? Non credo. Eppure sono entrambi maestri della scuola impressionista. Due mondi, due pensieri, due abitudini.
Noi il cappuccino che servono a Londra lo definiremmo “con poca crema”. Per loro, il nostro è invece dry. Altro esempio: la grammatura dell’espresso. Se in Italia si varia tra i 6,5 e i 9 grammi per 25 ml di bevanda, a Londra si usano invece 18-20 grammi (per due tazze da 25-30 ml). Vuoi un single shot? Ne faranno comunque due, buttando via il secondo. In entrambi i casi, chi sbaglia? Visitando una ventina di coffee shop londinesi (alcuni dei quali anche micro-torrefazioni), ho trovato sempre baristi molto preparati, con una voglia di professionalità che forse invece manca a molti nostri connazionali. Posso dire che in Inghilterra il livello qualitativo medio di caffetterie e torrefazioni è molto alto, ma hanno anche altrettanta “fuffa”. Basta quindi creare falsi miti, o falsi mostri! In Italia dobbiamo sì rimboccarci le maniche per non rimanere indietro, ma abbiamo quindi creare falsi miti, o falsi mostri! In Italia dobbiamo sì rimboccarci le maniche per non rimanere indietro, ma abbiamo anche noi bravissimi baristi e torrefazioni che stanno lavorando sulla qualità. Basta saperli scovare e riconoscere.
di Paolo Scimone (Espresso Italiano Trainer e Italian Barista Trainer)
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