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La ricerca sugli effetti del caffè sulla salute umana in generale e con riferimento a particolari categorie di consumatori prosegue intensamente in tutto il mondo con risultati che appaiono molto positivi e incoraggianti per il consumo della bevanda. Di seguito i risultati di alcuni recenti ricerche segnalate in materia dalla Nutrition Foundation Italia di Milano, una delle più qualificate istituzioni che segue e segnala con sistematicità le varie ricerche condotte in tutto il mondo sul tema alimentazione & salute


1-Consumo di caffè e rischio di ictus nella donna
Diversi studi clinici indicano che il consumo di caffé non solo non aumenta il rischio cardiovascolare, ma al contrario può avere effetti favorevoli come la riduzione degli eventi e la prevenzione del Diabete. Ad esempio, nello studio NHANES (National Health and Nutrition Examination Survey) è stata osservata una riduzione significativa della mortalità cardiovascolare negli anziani normotesi che bevevano caffè. Meno chiara è la Correlazione tra consumo di caffé e Ictus, soprattutto nella popolazione femminile per la quale non sono disponibili studi clinici specifici. In questo studio prospettico, in più di 83000 donne inizialmente sane partecipanti al Nurses’ Health Study e seguite per 24 anni è stata valutata la Correlazione tra il consumo di caffè e l’ Incidenza di Ictus, del quale sono stati registrati 2280 casi (1224 di origine ischemica). Il Rischio relativo era significativamente ridotto già con un consumo di 2 o 3 tazze di caffè al giorno (RR 0,81, p=0,003) e la riduzione di eventi è risultata particolarmente marcata nei non fumatori o negli ex-fumatori (RR 0,57 per 4 tazze al giorno). Al contrario non è stato osservato nessun beneficio nei fumatori. Altre bevande contenenti Caffeina non hanno evidenziato effetti né negativi né protettivi. Un effetto protettivo, seppur in misura ridotta, è stato osservato anche per il consumo di caffé decaffeinato. Nel complesso questi risultati dimostrano che il consumo di caffé non aumenta il rischio di Ictus nelle donne e provvede un seppur limitato beneficio.

www.nutrition-foundation.it:80/news.php?act=visual&nid=001317
Lopez-Garcia E, Rodriguez-Artalejo F, Rexrode KM, Logroscino G, Hu FB, van Dam RM. Circulation. 2009 Mar 3;119(8):1116-23.

2-Caffè e ridotta mortalità cardiovascolare in anziani normotesi
Lo studio epidemiologico NHANES, i cui risultati sono stati già riportati da NFI, ha messo in evidenza come il caffé non decaffeinato riduca il rischio cardiovascolare nei soggetti di età superiore ai 65 anni. Tale associazione è stata rivalutata anche nella popolazione reclutata per il Framingham Heart Study, uno dei più importanti studi epidemiologici sui fattori di rischio correlati alle patologie cardiovascolari, e in particolare in 1354 soggetti con più di 65 anni di età, per un periodo di osservazione di circa 10 anni. In questa popolazione è stato osservato che la mortalità per cause cardiovascolari si riduce del 43 % tra i consumatori di almeno una tazza di caffè al giorno rispetto a coloro che non bevono mai caffè contenente Caffeina. Questo effetto protettivo appare legato alla prevenzione dello sviluppo di patologie a carico delle valvole cardiache, patologie relativamente frequenti nella popolazione anziana ed in particolare dei disturbi della valvola aortica. Tali osservazioni suggeriscono un effetto favorevole del consumo di caffè nella stenosi aortica.

www.nutrition-foundation.it/news.php?act=visual&nid=001287&pos=0&kw=003
Greenberg JA, Chow G, Ziegelstein RC Am J Cardiol. 2008 Dec 1;102(11):1502-8.

3-Nelle donne il consumo di caffè è associato ad una riduzione della calcificazione coronarica
La relazione tra consumo di caffè e Incidenza di malattie cardiovascolari non è a tutt’oggi definitivamente chiarita; gli studi sinora disponibili hanno infatti fornito risultati contradditori con correlazioni sia positive che negative o in alcuni casi non significative col rischio cardiovascolare. Inoltre, non sono disponibili indicazioni sulla relazione esistente tra consumo di caffè e Aterosclerosi. A tale proposito un gruppo di ricerca olandese ha preso in esame 1570 uomini e donne sani con più di 50 anni partecipanti al “Rotterdam Study”. Il numero di tazze di caffè assunte in un giorno (1 tazza equivalente a 125 ml) è stato messo in relazione con l’Aterosclerosi a livello delle arterie coronarie quantificata per mezzo della tomografia a raggio di elettroni (una tecnica non invasiva e piuttosto accurata). Dopo aver corretto i risultati ottenuti per alcuni fattori potenzialmente confondenti, come il consumo di tè o altri componenti della dieta, lo studio ha rivelato la presenza di un’associazione inversa nelle donne, ma non negli uomini, tra consumo di caffè e calcificazioni coronariche. E’ stato proposto che l’effetto benefico del caffè possa essere attribuito al contenuto di composti che agendo come sostitutivi degli estrogeni possono esercitare un effetto ateroprotettivo nella donna dopo la menopausa. Saranno tuttavia necessari ulteriori approfondimenti per confermare i risultati ottenuti da questo studio e chiarire il ruolo di altri fattori, come il sesso o il fumo, in relazione all’assunzione di caffè e alla calcificazione coronarica.

van Woudenbergh GJ, Vliegenthart R, van Rooij FJ, Hofman A, Oudkerk M, Witteman JC, Geleijnse JM.Arterioscler. Thromb. Vasc. Biol. 2008; 28:1018-1023

Sul sito www.nutrition-foundation.it sono riportate numerose news sull’argomento con testo anche in inglese e segnalazione bibliografica della ricerca originale e dei relativi autori.

Si segnala inoltre l’uscita di Decoffea on line n. 29 (gennaio 2009) pubblicato su www.caffesalute.it a cura del Fo.S.A.N.
www.caffesalute.it/cont/1980dec/0902/0402/15640allp1.pdf

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