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La strategia di sviluppo che continua a riservare a Casa Vinicola Caldirola grandi soddisfazioni sul fronte del business passa anche attraverso due filoni sempre più importanti e intrecciati tra loro: da un lato l’innovazione “verde”, con il lancio della nuova linea Caldirolabio; dall’altro la sensibilità ambientale, confermata anche quest’anno dal sostegno al WWF Italia. Va sottolineato che il 2012 si configura come un anno molto importante per i vini biologici, grazie alla tanto attesa definizione della normativa relativa, il cui varo arriva in una fase di crescente attenzione verso i temi legati al bio: non a caso, l’imminente Vinitaly dedicherà alla produzione biologica un’area ad hoc.


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LA NUOVA LINEA CALDIROLABIO
Con il lancio della linea Caldirolabio Casa vinicola di Missaglia si pone l’obiettivo di lanciare una vera e propria nuova brand identity, presidiando un segmento dalle interessanti potenzialità e raggiungendo un nuovo target di consumatori dal profilo ben definito – attenti a coniugare qualità e biodiversità – e nuove aree di business. Caldirola entra in questo mercato con un progetto curato in ogni dettaglio, a partire dalle prime due referenze, che non sono un generico bianco e rosso, bensì due vini impreziositi dall’indicazione del vitigno di riferimento: Pinot Grigio Veneto Igt e Montepulciano d’Abruzzo Doc. La nuova linea firmata Caldirola è destinata anche ai mercati esteri, in molti dei quali la sensibilità alle tematiche green e ai prodotti bio si è sviluppata assai prima che in Italia ed è ormai un dato acquisito. Senza dimenticare che le aziende esportatrici di vino bio più importanti sono proprio quelle italiane. Per l’export, Caldirola proporrà le sue referenze bio anche nel formato “Bag in box”, costituita da una doppia confezione con materiali (plastica+cartone) separabili e quindi facilmente riciclabili. Il “Bag in box” sarà proposto nei formati da 3 lt e da 5 lt con rubinetto: una soluzione preferita alla classica “dama”, in quanto l’erogatore evita l’immissione di ossigeno, assicurando al vino una migliore conservazione.

PARTNERSHIP CALDIROLA WWF
Anche quest’anno Caldirola sosterrà il WWF per i progetti di tutela delle Oasi Boschive del WWF, confermando una partnership avviata da tempo. Sulla falsariga dell’iniziativa che nel 2011 aveva visto protagonista il Barbera d’Asti docg La Cacciatora in occasione dell’Anno Internazionale delle Foreste, questa volta a fare da testimonial saranno proprio i due nuovissimi vini bio. Pinot Grigio Veneto Igt e Montepulciano d’Abruzzo Doc saranno “vestiti” con un’etichetta “bikini” che, nella parte inferiore, indicherà il sostegno al WWF. Un’operazione che quest’anno sarà mirata su obiettivi concreti: infatti, verrà indicato a quali Oasi verrà attribuito il contributo. Le bottiglie protagoniste della campagna sono in vetro alleggerito, con tappo di sughero ed etichetta FSC (Forest Stewardship Council), ovvero proveniente da foreste controllate e gestite in modo ecosostenibile, nel rispetto della normativa internazionale.

INDICAZIONI SUI CONSUMI DI PRODOTTI BIOLOGICI
I prodotti biologici, in effetti, sono una realtà ormai consolidata anche nel nostro Paese. Assobio stima i consumi domestici 2010 in 2,95 miliardi di euro, mentre il mercato del biologico è passato in soli dieci anni dai 19,5 miliardi del 2000 ai 42 miliardi del 2010. I consumatori hanno assimilato e fatto propri i valori bio: non solo quelli che si rivolgono abitualmente ai negozi specializzati, ma anche coloro che frequentano la grande distribuzione. Il quadro dei comportamenti di consumo e di acquisto, delineato da una recente ricerca dell’Università degli Studi di Parma*, evidenzia che gli italiani associano al biologico i valori di naturalità, salute/benessere, rispetto per l’uomo, la natura e l’ambiente, qualità, sicurezza. Nei punti di vendita della distribuzione moderna, in particolare, i consumatori sono alla ricerca di convenienza, qualità anche nel servizio, comodità, fiducia e rassicurazione.

* “Le determinanti del comportamento di consumo e di acquisto dei prodotti biologici in Italia: i risultati della ricerca” a cura di Silvia Bellini, Università degli Studi di Parma. Caldirolabio: una sfida internazionale

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