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Si ritorna a parlare di nuove acquisizioni nel beverage per un’azienda leader del settore come Campari. Ad alimentare i rumors è stata una recente dichiarazione del Ceo di Campari, Bob Kunze-Concewitz, che ha rivelato che il gruppo punterà ad altre acquisizioni, con marchi premium in Asia e negli Stati Uniti come target. In un’intervista a La Stampa Bob Kunze-Concewitz ha dichiarato recentemente. “Campari ha costruito una struttura in grado di gestire ricavi superiori a quelli attuali. Puntiamo a marchi premium con un focus particolare sugli Stati Uniti”.

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Le parole di Kunze-Concewitz non sono passate inosservate, riprese anche dalla testata specializzata The Drink Business che ha ricostruito il desiderio di Campari di espandersi ulteriormente in Nord America, il più grande e redditizio mercato mondiale spirits, così come l’Asia recentemente è entrata nel mirino della società per via del suo forte sviluppo demografico e la rapida crescita del consumo di spirits premium e super premium, segmenti dove è stata lanciata la nuova divisione Rare. Una zona quella dell”Asia-Pacifico che rappresenta solo il 9% delle vendite globali di Campari, orientate più verso l’Australia, quindi l’espansione in questa regione contribuirebbe alla strategia del gruppo di diventare sempre meno dipendente dall’Italia, che rappresenta ancora circa il 17% del suo fatturato.

Bob Kunze-Concewitz CEO di Campari
Bob Kunze-Concewitz CEO di Campari

Qualche indizio su movimenti in quella regione sono arrivati lo scorso anno, quando Campari ha spostato il suo ufficio regionale in Estremo Oriente dall’Australia a Singapore, per essere più centrale nella scacchiare asiatica e giocare un ruolo da protagonista in uno dei mercati più interessanti per numeri e reddittività. Sempre nel 2020 Campari ha  spostato la sua sede legale nei Paesi Bassi, una mossa secondo gli osservatori finanziari per rafforzarsi le da un’acquisizione ostile secondo le regole del mercato azionario olandese e per rendere più semplice l’emissione di nuove azioni ai proprietari di una società target, piuttosto che dover raccogliere contanti attraverso debito commerciale o obbligazioni.

Gli analisti ritengono che abbia 4 miliardi di euro di disponibilità liquide per mettere a segno un grande affare, una pista porterebbe sulla strada della Tequila, la categoria di alcolici in più rapida crescita negli Stati Uniti, per sostenere i suoi marchi Espolon e Cabo Wago. Sky News avrebbe ipotizzato che Kunze-Concewitz voglia puntare su Jose Cuervo, il marchio di Tequila più venduto al mondo, controllato dalla famiglia miliardaria messicana Beckmann. Cuervo (distribuito in Italia da Montenegro) è stato lanciato sul mercato azionario messicano come Becle nel 2017 ma i Beckmann detengono l’85% e hanno precedentemente respinto tutte le offerte, tra cui quella di Diageo, che nel 2013 deteneva i diritti globali di marketing e distribuzione di Cuervo al di fuori del Messico, concentrando quindi la sua attenzione sulla costruzione del suo marchio Don Julio e successivamente ha acquistato Casamigos per 1 miliardo di sterline.

Sarà questa la prossima mossa di Campari? La crescita del gruppo sotto la presidenza di Luca Garavoglia è stata inarrestabile negli ultimi 25 anni, con una trentina di acquisizioni di marchi di successo. L’anno scorso ha preso il controllo delle bollicine di Lallier Champagne, c’è stata l’operazione di Tannico attivo sull’e-commerce di vino e spirits, mentre nel 2019 Campari Group aveva fatto shopping acquisendo nel suo portafoglio i marchi di rum francesi Trois Rivieres e Maison La Mauny e il mezcal Montelobos. Negli anni precedenti c’era stata l’operazione di Bisquit Cognac nel 2018, mentre nel 2017 era stata la volta di Bulldog Gin aggiunto a un portafoglio che già comprendeva Grand Marnier, Skyy vodka, Wild Turkey Bourbon e rum Appleton Estate.

Il mercato scommette sulla crescita di Campari, nonostante la pandemia le azioni sono salite da gennaio di circa un 20%. Campari, che ha già in mano il 3,03% del capitale in azioni proprie, ha avviato un programma di riacquisto deliberato dall’assemblea lo scorso aprile. Il buyback è destinato a programmi di stock option e altri piani di incentivazione, i cui beneficiari sono i dipendenti o altri membri degli organi di amministrazione e gestione dell’azienda o di altre società del gruppo. Uno degli effetti del buyback sarà destinato da Campari a un progetto di efficienza energetica, con l’installazione di pannelli fotovoltaici nel principale stabilimento italiano, a Novi Ligure in provincia di Alessandria, consentendo alla società di internalizzare la produzione di energia elettrica rinnovabile e di ridurre le emissioni, in linea con il suo programma di efficienza energetica e di decarbonizzazione.

Scheda e news:
Davide Campari-Milano

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