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Cannabis per atleti: dalla Hall of Fame una nuova bevanda funzionale


Defy (foto Twitter)

Un’intera carriera vissuta come bandiera di una sola squadra, running back per i Denver Broncos. Leader della franchigia per yards corse (7.607), due Super Bowl vinti consecutivamente, nel ’98 il premio come MVP della stagione regolare e della finale. Non serve per forza un esperto di football americano per comprendere l’importanza del contributo che Terrell Davis ha dato a questo sport. Tale da portarlo a uno dei riconoscimenti più ambiti da qualsiasi atleta, l’ingresso nella Hall of Fame nel 2017. Oggi è in prima linea per una partita diversa, che si prospetta come una delle più interessanti a cui abbia mai partecipato e al fianco di una compagna inaspettata: la cannabis.

 

 

TROPPO PRESTO – Nel 1998 la parabola di Davis inizia la discesa. Una sequela impressionante di infortuni culminò l’anno successivo con la rottura di due legamenti durante un match ufficiale: seguirono tre stagioni opache e il definitivo ritiro nel 2002, a soli trent’anni. Si è reinventato imprenditore, come non di rado è accaduto ad altri sportivi, in un campo controverso ma destinato a crescere oltre ogni prospettiva: Davis è infatti co-fondatore di Defy, un brand di bevande energetiche a base di cannabidiolo (CBD) che in primavera arriverà sugli scaffali con tre diverse proposte aromatiche.

VITA NUOVA – Davis ha iniziato a fare uso di CBD (la componente non psicoattiva della cannabis) per alleviare le fatiche a cui il suo corpo era sottoposto, assumendolo tramite integratori alimentari in sostituzione di pesanti antidolorofici. E pare che la sua vita sia cambiata da allora: non solo i suoi maledetti legamenti ne hanno giovato in termini di elasticità e mobilità, addirittura l’emicrania di cui soffriva sin dall’infanzia sembra essere sparita. “Mi ha aperto gli occhi, oltre ovviamente a farmi del bene. Ho pensato che fosse necessario sfruttare un prodotto del genere, condividerlo con atleti e persone che magari avevano i miei stessi problemi e non avevano idea di quanto il CBD potesse essere utile”.

Terrell Davis ai tempi dei Broncos

MAN OF THE MOMENT – Il cannabidiolo si conferma l’ingrediente funzionale del momento, soprattutto dopo il Farm Bill 2018 che ha legalizzato il cosiddetto hemp e la categoria degli sportivi può essere un veicolo fondamentale per la sua evoluzione, considerando i benefici fisici e mentali che può apportare. L’idea di Davis, che è in partnership con il socio e amico Beau Wehrle, è quella di posizionare Defy  sul mercato come alternativa naturale alle comuni pillole antinfiammatorie. 20mg di CBD per ogni bottiglia da mezzo litro, nelle varianti al gusto di limonata, frutti rossi e arancia e mango. Con l’obiettivo futuro di proporre anche tinture, bibite da pasto e integratori.

NULLA DI SIMILE – Secondo le stime del gruppo di ricerca Canaccord Genuity, il valore del mercato delle bevande a base di CBD raggiungerà comodamente i 260 milioni di dollari nel 2022, e la richiesta crescente di questi prodotti e testimoniata dagli addetti ai lavori. Jim Bailey, che ha collaborato al lancio di Red Bull in Canada con il suo team di lavoro, è adesso amministratore delegato di OKI, una bibita a base di acqua, frutta, tè e hemp (che giova ricordarlo, consiste in qualsiasi parte della pianta di marijuana, inclusi semi ed estratti, che contenga meno dell 0.3 di THC). E pur avendo lavorato con una delle aziende più potenti del mondo del beverage, si dice esterrefatto: “Non ho mai visto nulla di simile, c’è un’attesa spasmodica ormai per il momento in cui il mercato del CBD esploderà definitivamente”.

Terrell Davis durante l’introduzione nella Hall of Fame

CONTRO L’ABUSO – Probabilmente perché fa gola un prodotto che possa fungere da trattamento naturale contro dolori e infortuni, senza ricorrere a soluzioni chimiche. Davis ha sottolineato come uno degli obiettivi primari di Defy sia proprio quello di proporre un’alternativa al trattamento cronico di dolore e ansia con farmaci comuni, peraltro provando a debellare l’abuso di oppiacei che si verifica tra gli sportivi. Secondo la Washington University School of Medicine di St. Louis, gli ex giocatori della lega professionistica statunitense di football  (NFL) consumano il quadruplo degli antidolorifici usati dalla popolazione comune. “Arriverà il momento in cui il CBD diventerà il rimedio principale”.

BUONO PER CHIUNQUE – Quello degli sportivi di alto livello è senz’altro il target principale di Defy, pur potendo essere consumato da chiunque. Secondo l’etichetta, andrebbe bevuto prima, durante e dopo le sessioni di attività, e gli effetti si manifesterebbero dopo mezz’ora. “È per tutti”, commenta Wehrle, “l’atleta professionista, il giocatore della domenica, qualcuno che vuole dare una svolta più salutista alla sua dieta. Va bene per chiunque”. Nel corso del 2019 si prevedono ulteriori parametri per poter affinare prodotto e piazzamento sul mercato: Defy sta infatti portando avanti numerosissimi test con studenti di college volontari. “Stiamo investendo molto sulla ricerca e soprattutto sull’informazione. Per fare un esempio, il CBD non è solubile in acqua, eppure ci sono realtà che lo propongono come un solubile. Noi stiamo cercando la soluzione migliore”.

EQUILIBRIO E CONCENTRAZIONE – L’informazione e l’educazione al prodotto si stanno rivelando gli ostacoli più concreti da affrontare: Bailey ha dichiarato che la prima domanda che spesso gli viene rivolta riguarda “la possibilità che il prodotto abbia effetti euforici. Io rispondo che si tratta di una sensazione di equilibrio, concentrazione sia fisica che mentale”. La strada comune da seguire sembra comunque essere quella di una costante trasparenza circa composizione e origine del prodotto, garantendo continui controlli e ponendo l’accento sulla qualità della materia prima.

ANCHE MIKE TYSON – Nonostante il crescente interesse per i prodotti a base CBD applicati allo sport, la NFL e la maggior parte delle leghe professionistiche continuano a perseguire una linea dura: gli atleti consumatori vengono sospesi, sebbene la World Anti-Doping Association l’abbia rimosso dalla lista delle sostanze proibite nel 2017. C’è però un minimo di luce in fondo al tunnel: nel giugno del 2018, ad esempio, la lega di pallacanestro BIG3 è stata la prima lega professionistica degli Stati Uniti a permettere l’uso di CBD ai propri atleti. Davis non è l’unica ex stella dello sport ad aver messo occhi e mani sul business del cannabidiolo: Joe Montana, leggenda dei San Francisco 49ers ha recentemente investito decine di milioni di dollari in un’azienda di cannabis in California, così come il mitico pugile Mike Tyson. Sembra quindi chiaro che il futuro ha in serbo un posto da protagonista per Defy e i prodotti CBD. Davis non ha dubbi: “È l’ingrediente più rivoluzionario degli ultimi dieci anni”.

fonte: beveragedaily.com, bevnet.com

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