Non solo mare cristallino e cene di pesce con i piedi nell’acqua. A 550 metri d’altitudine, in terreni in origine appartenenti a un monastero, la cantina Michalakis ha lanciato con successo nove varietà di vini, prodotte con uve indigene. Salvandole dall’estinzione.
LA GAMMA – Il prodotto di punta è il bianco Vidiano, prodotto con tecniche sostenibili e supporto da Local Food Expert, una cooperativa sociale con distaccamento locale; l’ultima uscita dei Decanter World Wine Awards ha premiato il Vidiano con una medaglia d’argento. Lo step successivo di Michalakis è stato l’approccio a varietà indigene che si consideravano ormai in via d’estinzione: Dafni, Vilana, Vidiano, Plyto per le uve bianche; Kotsifali e Mandilari tra le nere, per produrre nove vini in totale. Una gamma di tutto rispetto, commentata da Kostas Bouyouris, co-fondatore e responsabile dei progetti di Local Food Expert: “Un’idea brillante e dai tratti romantici, l’azienda è in contatto continuo con i produttori alimentari della zona e permette loro di mettere sul mercato le loro proposte, come altrimenti non riuscirebbero”.
RETE TURISTICA – Gli agricoltori e produttori di vino e olive in Grecia sono costretti ad affrontare l’agguerrita concorrenza dei colleghi spagnoli e italiani, con conseguente difficoltà a guadagnare abbastanza denaro per riprendersi dalla spaventosa crisi che ha colpito la penisola ellenica a partire dal biennio 2007/08. Le misure prese dal governo per far fronte al collasso hanno portato a riforme e austerità foriere di impoverimento generale, andando addirittura a rivelare quanto menzogneri fossero i report governativi sul debito pubblico precedente. L’obiettivo di Local Food Expert, insieme a numerose altre iniziative di settore, è quello di creare una rete nel settore enogastronomico e agroalimentare, otto l’ombrello della sostenibilità, in modo da dare nuovo smalto e risalto alla produzione greca e renderla un motore importante per il sempreverde mercato del turismo.
GRECIA-AUSTRALIA – La fondazione spinge per aiutare i produttori a immettere sul mercato i loro lavori, evidenziando varietà e coltivazioni uniche, tipiche del territorio greco e nello specifico di Creta. Il passo seguente è quello di insistere con la rete del turismo per far sì che gli alberghi utilizzino olive locali, i ristoranti propongano soluzioni a chilometro zero, e vari organi mettano a punto escursioni presso frantoi o cantine, in modo da esportare il lavoro dei greci, la loro passione e la loro tradizione. Un progetto che ha già fatto scalpore nella nicchia delle produzioni indigene, tanto che il governo australiano ha già avviato i procedimenti per una partnership con Creta, da stabilire e alimentare in parallelo. I primi risultati sono attesi nei prossimi tre anni: la speranza è quella di una nuova Magna Grecia.
Fonte: beveragdaily.com