I dipendenti pubblici di Amburgo per bere un caffè dovranno consumarlo al bar, farselo con la moka o con il bollitore, ma sicuramente non potranno usare le capsule. La città tedesca lo scorso mese ha infatti introdotto il divieto di acquisto di “certi prodotti inquinanti o componenti di prodotti” con i soldi del Consiglio comunale. Tra questi prodotti vengono esplicitamente incluse le capsule del caffè, perché contengono alluminio e sono difficili da riciclare.
Se in Germania i caffè ottenuti dalle capsule sono pari a circa un ottavo di quelli venduti nel Paese, negli Stati Uniti, circa il 13 per cento della popolazione consuma ogni giorno una tazzina della ‘bevanda nera’ prodotto da una macchina a capsule e così le tazzine ottenute da questo prodotto rappresentano oltre un quarto delle vendite di caffè macinato. Nel 2013 in Europa occidentale, per la prima volta, le vendite di macchine a capsula hanno superato quelle di macchine da caffè filtrato. Oltre ad Amburgo, altre città e Paesi hanno avanzato dubbi sulle capsule monouso, entrate nel mercato per la prima volta nel 1986, anche se molte aziende continuano a lavorare per ottenere capsule riciclabili. Attualmente nel mondo si bevono in media più di due miliardi di tazze di caffè al giorno, e una buona parte produce rifiuti non riciclabili.
2 Commenti
Forse non hanno tutti i torti a vietare le capsule da caffè (esistono anche le cialde biodegradabili e le macchine che dove si mette direttamente il caffè che non è tanto più impegnativo)… Però esistono anche altre migliaia di altri prodotti inquinanti dalle auto diesel ai bicchieri, bottiglie di plastica ecc. Sarà qualche capsula da caffè non consumata ad Amburgo a salvare l’ambiente?
Forse bisognerebbe aumentare le tasse sui tutti i prodotti inquinanti per via degli costi di smaltimento ed il danno ambientale in modo da favorire l’acquisto di prodotti biodegradabili o/e con bassi costi di smaltimento.
Magari facessero qualcosa di buono ma le marmotte non fanno il cioccolato….