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Un piccolo angolo di paradiso nel cuore del Chianti Classico. Il Castello La Leccia è un’armonica combinazione tra opera umana e naturale che domina la Val d’Elsa dall’omonima località toscana de La Leccia, nel comune di Castellina in Chianti (in provincia di Siena) e quindi in una zona ricca di biodiversità con caratteristiche geomorfologiche eterogenee.

Fonti storiche citano il Castello La Leccia sin dal 1077, quando un nobile, tal Rodolfo di Guinzo, ne acquistò una parte. A distanza di quasi mille anni, dopo svariate vicissitudine e proprietà (inclusa quella della celebre famiglia Ricasoli), un antico borgo arroccato si erge su un colle a 450 metri sul livello del mare con un lussuoso agriturismo da ben 12 suites, dotato di incantevoli giardini all’italiana e di una piscina panoramica che si affaccia sui vigneti offrendo una vista emozionante. Il filo conduttore resta sempre lo stesso, perché anche sotto la guida del nuovo proprietario Rolf Sonderegger, imprenditore svizzero, il vino recita il ruolo di attore protagonista.
Con la sua tenuta da 170 ettari gestiti seguendo pratiche biologiche, dei quali 17 ettari vitati e 10 ettari di olivete (Leccino, Moraiolo e Correggiolo), in mezzo a verdi boschi di lecci secolari, Castello La Leccia oggi produce quattro etichette vinicole: il “Vivaio del Cavaliere” (Toscana IGT), il Chianti Classico DOCG, il Chianti Classico Riserva DOCG e “Bruciagna”, il Chianti Classico Gran Selezione DOCG. Quattro grandi vini rossi, tre dei quali a base di Sangiovese in purezza, in grado di far assaporare la ricchezza espressiva di questo vitigno simbolo della più autentica toscanità. I vigneti di Castello La Leccia, tutti esposti a sud e sud-ovest, occupano cinque diverse zone intorno al castello, ad altitudini variabili fra i 300 e i 500 metri.
La peculiarità più interessante è che per la “Gran Selezione” Castello La Leccia vengono scelte solo le uve provenienti dal vigneto Bruciagna: col suo suolo in prevalenza argilloso-sabbioso ricco di galestro, questo vigneto conferisce infatti un’impronta ben definita al Sangiovese, riuscendo a mantenerne costanti e inalterate le caratteristiche a prescindere dall’annata.
La produzione totale si aggira intorno alle 50.000 bottiglie all’anno con un 15% del mercato in Italia, un 25% nel resto d’Europa e un buon 60% negli USA.

È importante sottolineare anche che l’azienda agricola Castello La Leccia segue ormai da tempo i criteri dell’agricoltura biologica e che 7 anni fa ha ottenuto l’apposita certificazione. Nei vigneti aziendali, dove si coltivano Sangiovese, Malvasia Nera e Syrah, l’utilizzo di rame e zolfo nella difesa fitosanitaria è di conseguenza ridotto al minimo, mentre il giusto apporto di sostanze organiche al terreno è assicurato in modo naturale: tra i filari crescono orzo, trifoglio e senape, e il compost è ricavato dalle vinacce e dai raspi. Detto più semplicemente: qui il vino è il frutto di un attento lavoro che cura ogni dettaglio e ogni sfumatura, e che non può e non deve essere mai standardizzato.

Ce l’ha raccontato Guido Orzalesi, manager dalla grande esperienza nel settore vinicolo a cui è stato affidato proprio l’incarico della gestione e del rilancio della struttura di accoglienza e dell’azienda agricola di Castello La Leccia. “La viticoltura etica e sostenibile è uno strumento importante per la valorizzazione del territorio, che deve essere mantenuto e custodito in tutta la sua biodiversità. Il quotidiano, attento e rispettoso lavoro in vigna è una pratica che consente di abbracciare i ritmi della natura imparando a convivere con essa e a interpretarla nel migliore dei modi: l’autentica garanzia di qualità del vino che vi si produce”, sono state le sue più rappresentative parole a margine della degustazione tenutasi in questo mese di novembre al ristorante Cibrèo presso il suggestivo hotel Helvetia & Bristol Firenze.

Un viaggio, dal calice al piatto, che ci ha permesso di entrare nella nobile filosofia di produzione di Castello La Leccia e, più in concreto, conoscere le proposte di un’azienda che sa bene da dove viene e sa altrettanto bene dove vuole arrivare. Senza strafare o rivoluzionare nulla, ma sempre rispettando il Sangiovese per esaltarlo nel modo più semplice possibile.

Per saperne di più: www.castellolaleccia.com/

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