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Ceci n’est pas un Prosecco, Questo Non è un Prosecco”, il titolo della Masterclass che ha visto protagonista Valdo al Fuorisalone per l’Anteprima della Milano Wine Week 2022. La storica cantina di Valdobbiadene, fondata nel 1926 e di proprietà della famiglia Bolla, ha presentato la sua interpretazione del Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG con sei etichette fra Cru, affinamenti in barrique e vecchie annate. La degustazione condotta a quattro mani dalla sommelier e degustatrice Sara Missaglia di Ais Lombardia insieme a Matteo D’Agostino Marketing Manager di Valdo, ha messo in luce spunti interessanti per raccontare un fenomeno come quello del Prosecco evidenziando anche le differenze che ci sono all’interno della denominazione.

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La storia di Valdo si intreccia con quella della famiglia Bolla che dalla fine dell’800 da una locanda nel paese di Soave iniziano a ad interessarsi anche al vino di Valdobbiadebe, prima come commercianti collaborando con una realtà locale fondata nel 1926 che nel 1941 è stata ridenominata Valdo – spiega Matteo D’Agostino- In questi anni il legame con il territorio è diventato sempre più forte, portando in giro per l’Italia e per il mondo le bollicine di Prosecco come simbolo del made in Italy, con un approccio sartoriale per la realizzazione di etichette speciali e celebrative come quelle della linea Atelier”.

Una piramide qualitativa che vede in cima la zona di Cartizze, le Rive del Prosecco e i comuni della Docg all’interno della zona storica di Valdobbiadene recentemente riconosciuta come Patrimonio Unesco, mentre alla base rimane lo zoccolo duro di centinaia di comuni che producono milioni di bottiglie con il cosiddetto metodo Martinotti o Charmat che arrivano in tutte le latitudini del globo. “Abbiamo voluto in maniera anche un po’ provocatoria sfatare alcuni falsi miti sul Prosecco, partendo da un accostamento con il celebre quadro della pipa di Magritte- precisa Sara Missaglia – Ci sono diversità di uvaggi, di caratteristiche del terreno, di affinamento a seconda delle esigenze e anche la possibilità di evolversi nel tempo, degustando sei calici luminosi, di grande piacevolezza gustativa e adesione al terroir, con un filo conduttore rappresentato dall’eleganza”.

In degustazione 6 etichette Valdo della linea Atelier, la gamma di punta della storica cantina di Valdobbiadene partendo dal Cuvée di Boj Vintage 2021, il Prosecco come si faceva una volta con l’aggiunta di un 15% di Chardonnay in blend con l’uvaggio Glera, passando all’Amor Soli BIO 2021, un vino che testimonia l’attenzione della famiglia Bolla al tema della sostenibilità, sino alla Cuvée del Fondatore 2020, uno Charmat lungo di 12 mesi che alla cieca potrebbe sembrare quasi un metodo classica quanta è lunga la persistenza in bocca. Spazio anche a una mini verticale con due annate di Rive di San Pietro di Barbozza 2020 e Rive di San Pietro di Barbozza 2019, con i profumi che cambiano al naso ma in bocca rimane quella spalla acida caratteristica dell’extra-brut che sfata la leggenda che tutti le bollicine di Prosecco e i residui zuccherini, sino a chiudere con un Prosecco Tenuta La Maredana Rosè 2021, cavalcando il trend di successo del rosè delle bollicine di Valdobbiadene.

Positivo il bilancio di questa Anteprima della Milano Wine Week 2022 all’interno del Fuorisalone di Milano. Nello spazio Haier ai Superstudio Più di via Tortona, sabato 11 giugno sono andate in scena una serie di masterclass per un piccolo antipasto di quello che sarà il grande evento del vino in programma a ottobre all’ombra della Madonnina. “Siamo soddisfatti di questa giornata, è stata una piccola cosa per iniziare a raccontare quello che faremo a ottobre con la Milano Wine Week e l’occasione per iniziare a presentare alcune novità come la partnership con Haier che ci ha ospitato all’interno di uno spazio molto bello di quello che è il leader di mercato nel settore delle cantinette da vino- hanno spiegato Federico Gordini presidente di Milano Wine Week e Giuseppe Monopoli, partnership Manager Haier Europe – Una relazione che prosegue e ci piacerebbe sviluppare per portare avanti la Milano Wine Week sia in Italia e all’estero estero con la qualità dei racconti del mondo del vino”.

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