© Riproduzione riservata
Per ogni passo, un sorso, in giro tra le pareti della storia e di un cantina che si lega nelle radici profonde del nostro paese. La linea dei Cesarini Sforza, signori che divennero grandi a cavallo tra Parma e Trento intorno al Seicento, rivive oggi in un ramo della stessa famiglia, che dal 1974 si dedica alla produzione di spumanti di qualità. E per celebrare il vino e il suo rapporto con il passato glorioso, la cantina ha scelto un luogo di incredibile impatto emotivo: la Pinacoteca Ambrosiana di Milano.
Inaugurata nel 1618 come esposizione aperta al pubblico della collezione privata del Cardinale e Arcivescovo di Milano Federico Borromeo, la Pinacoteca permette un viaggio senza paragoni nell’arte e nei caratteri che hanno arricchito Milano e in realtà il mondo intero. Dalla Sala della Congregazione della Santa Corona, soffusa e impreziosita dal Musico di Leonardo da Vinci (unico dipinto su tavola dell’artista ancora in città), fino alla Sala Federiciana, ovvero l’antica sala della Biblioteca aperta nel 1609, che oggi custodisce i fogli intatti del Codice Atlantico: la collezione di manoscritti di Leonardo, un totale di 1119 fogli che raccolgono schizzi in materia di idraulica, ingegneria, ottica, pittura, scultura e l’intero spettro dei talenti dell’Uomo Universale.
Pochi passi oltre, appena varcato il superbo Cortile degli Spiriti Magni, si apre quella che fu la sagrestia della chiesa originale, cui la Pinacoteca è addossata: è da qui che Cesarini Sforza fa partire il proprio giro di degustazione, toccando le tappe principali della propria gamma e quindi del proprio racconto. Protagonista assoluta è la linea 1673, numero che omaggia l’anno di fondazione della casata, e quasi automaticamente imprime ai prodotti eleganza e carattere: quattro referenze di Trentodoc di assoluto livello, ciascuna dimostrazione delle diverse altitudini dei vigneti, tra i 450 e i 670 metri slm in Val di Cembra (1.2 milioni di bottiglie l’anno, la produzione complessiva della cantina).
Il 1673 Riserva 2015 è uno Chardonnay in purezza, extra brut a 3g/l che fa settanta mesi di affinamento prima di esprimere una fragranza identitaria, tale da averlo reso il vino simbolo della gamma. Beva fresca, pungente, bolla di un certo vigore stemperata da un’accennata florealità. Il 1673 Noir Nature 2017 è invece un omaggio all’uva nella sua essenza, Pinot Noir in purezza vinificato in bianco, pas dose, con quarantotto mesi sui propri lieviti prima della sboccatura. Acido, affilato, con interessanti riflessi di cereale che fanno da contrasto.
Delicato il 1673 Rosé, Pinot Nero rifermentato in bottiglia e poi lasciato riposare per sessanta mesi sui lieviti, dalla potente carica di freschezza, fino all’esplosione dell’emblema di Cesarini Sforza: Aquila Reale Riserva, la punta di diamante della produzione, nato nel 1986 e tutt’oggi emblema (anche in etichetta, con lo stemma araldico della casata) della continua ricerca di eccellenza del marchio. Chardonnay in purezza (a tiratura limitata), che grazie al terroir in cui vive conserva maturazione e contenuto, espressi poi anche grazie alla torchiatura in Marmonier (lo stesso attrezzo utilizzato in Champagne): novanta mesi di affinamento, per un bouquet aromatico che spazia dalla pasticceria al floreale, in un tripudio di rotondità che rimane al sorso.
+info: www.cesarinisforza.it/
© Riproduzione riservata