Sono tanti i motivi per andare a visitare la zona dello Champagne. E tanti quelli per tornarci. Noi di Beverfood.com abbiamo avuto la fortuna di visitare questa straordinaria zona in una ricorrenza speciale: il primo anniversario del riconoscimento della Champagne nel patrimonio Unesco.
Potrebbe sembrare scontato per chi è abituato da secoli a vedere le proprie bottiglie circolare in tutto il mondo, ma il valore dello Champagne passa anche dal saper valorizzare il riconoscimento Unesco per consolidare ancor di più la leadership sul mercato mondiale del vino. Ne abbiamo parlato con il Comité Champagne, l’organismo che al vertice della piramide produttiva regola una macchina perfetta in grado di favorire un equilibrio tra vigneron e Maison.
PAESAGGIO ORGANICAMENTE EVOLUTO
L’iscrizione dello Champagne nella lista dell’Unesco è all’interno della sezione immateriale. Un paesaggio organicamente evoluto, un payasage culturel, la candidatura del “sistema” Champagne a patrimonio mondiale dell’Unesco è stata data in virtù del suo valore universale ed eccezionale. L’iscrizione dei “Coteaux, Maisons et Caves de Champagne” è avvenuta circa un anno fa, il 4 luglio 2015, quando i 21 rappresentanti degli Stati appartenenti alla Convenzione Unesco hanno votato all’unanimità il dossier di candidatura. Riconosciuto il valore universale eccezionale, soddisfatte le condizioni di tutela e di gestione del Bene candidato all’iscrizione. Dalla scoperta del metodo champenoise, sono più di tre secoli di produzione su un terroir celebre per le sue qualità culturali, storiche e paesaggistiche ancor prima che produttive. Una rete di vigneti, cantine e prestigiose maisons, luoghi simbolo come l’avenue di Champagne a Epernay con tutte le boutique dei grandi marchi che il mondo ha imparato a conoscere, ma anche il caratteristico profilo dei coteaux, i pendii collinari coltivati a vite, e le storiche cave di Saint-Nicaise a Reims, da secoli destinate alla conservazione delle bottiglie.
CIVC Comité Champagne
ll Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne, con sede a Epernay, riunisce tutte le Maison e i viticoltori della Champagne. Nel corso della nostra visita al Comité Champagne, organizzazione interprofessionale e motore di crescita economica, abbiamo toccato i punti principali su cui si fonda l’equilibrio tra vigneron e Maison di Champagne. Una politica di continuo miglioramento qualitativo e promozione per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica rispetto al valore della denominazione Champagne. “Sono due famiglie che il CIVC rappresenta, circa il 90% dei 15.000 vigneron che possiedono mediamente 2 ettari di terra ciascuno, con quotazioni che sono arrivate a circa 2 milioni di euro per ettaro– racconta Philippe Wibrotte, delegato alle relazioni pubbliche del CIVC-. La parte commerciale è invece in mano alle Maison che detengono circa l’86% della commercializzazione del mercato dello Champagne. L’equilibrio degli interessi di questi stakeholder è parte integrante del successo dello Champagne che noi cerchiamo di preservare”.
ENOTURISMO E CHAMPAGNE
Il riconoscimento Unesco può essere un traino importante anche per l’enoturismo. La percentuale principale di chi oggi visita la zona della Champagne dopo i francesi è rappresentanta dai belgi, seguita a ruota da tedeschi e inglesi. Sotto il profilo delle vendite invece la Francia è il paese leader del consumo con circa 161,8 milioni di bottiglie, seguita dalle 34 milioni per il Regno Unito, cifre ovviamente pre-Brexit, 20 milioni negli USA, Giappone 11,8, mentre l’Italia le vendite si attestano a 6,4 milioni. Un valore complessivo che pesa circa 4,74 miliardi di euro, con il prezzo medio a bottiglia di 15 euro. Con il riconoscimento Unesco si punta a trasformare la Champagne nella terra promessa di tutti i wine lovers del globo, meta numero uno per l’enoturismo.
VITICOLTURA SOSTENIBILE
Lo studio ambientale della filiera dello Champagne nel suo complesso realizzato nei primi anni 2000, ha evidenziato alcune questioni principali. La riduzione degli input e gestione dei rischi per la salute e l’ambiente, la tutela e valorizzazione dei terroir, dalla biodiversità al paesaggio, oltre alla gestione di acque, reflui e rifiuti, per una sfida energetica e climatica. Il rispetto del valore ambientale rappresenta il punto cardine di un sistema Champagne dove ogni singolo aspetto è curato nel dettaglio. Una viticoltura sempre più biologica che strizza l’occhio alla biodinamica, con una riduzione dell’utilizzo di pesticidi che in 15 anni si sono abbassati del 150%.
ANNATA CHAMPAGNE 2016
Ovviamente è ancora prematuro fare previsioni sull’annata 2016 dello Champagne, certo non una vendemmia del secolo con le bizze del tempo in una primavera piovosa, alcuni danni alle vigne e ritardi su tutte le fasi del ciclo produttivo. In molti ci hanno ringraziato per aver portato il sole. Battute a parte una bella estate calda e soleggiata potrebbe favorire il lavoro degli Chef de Caves pronti a riprendere annate vecchie in cantina per l’assemblaggio delle Cuvéè, una vera e propria arte. Ci penserà poi il ruolo del CIVC a calmierare produzione o come in questo caso portarla a livello, perchè in quel sottile equlibrio tra produzione e mercato una parte fondamentale sta anche nel trovare la quadratura dell’andamento produttivo di un’annata difficile come quella che stiamo vivendo.
+INFO:
Comité Champagne – Bureau du Champagne, Italia
www.champagne.it