Due birre belghe alla conquista dell’india con un obbiettivo ben chiaro, ovvero conquistare le quattro città che rappresentano il 60% del mercato: New Delhi, Chennai, Mumbai e Bangalore.
Le birre Chimay e Delirium hanno deciso di unire le forze per lanciarsi più efficacemente sul mercato indiano. L’idea nasce proprio dai due proprietari, Edwin Dedoncker e Alain De Laet (rispettivamente CEO di Chimay e di Delirium/Huyghe) che si conosono ormai da molti anni e per la prima volta hanno deciso di unire le forze per assalire un nuovo mercato dal’altissimo potenziale.
Per la causa hanno creato una società ad hoc, divisa 50/50, ed hanno assunto Frédéric Leirman, un belga che vive in India che sarà l’ambasciatore per entrambi i marchi.
L’India non è un mercato facile visto che il paese è in realtà composto da 29 stati ed ognuno ha le proprie leggi in materia di alcolici e import, ma le loro ambizioni sono ragionevoli. Dopo New Delhi, dove i prodotti sono già disponibili in alcuni punti vendita (per lo più alberghi), proveranno ad assalire Chennai, Mumbai e Bangalore.
“Oggi, il consumo di birra in India è in media di due litri pro capite”, ha detto Edwin Dedoncker, “Siamo consapevoli dei limiti che ciò comporta, ma anche delle possibilità per il futuro. Da un punto di vista socio-demografico, ci troviamo di fronte ad una giovane popolazione che crescerà”, spiega l’amministratore delegato di Chimay.
Il parallelo con la Cina pare scontato Non “25 anni fa, in Cina, il consumo medio di birra era di 2 litri pro capite all’anno, oggi è 26 litri pro capite, all’anno”. Abbastanza per fare sognare ogni imprenditore.
“A breve termine, il nostro obiettivo è di 1.500 ettolitri all’anno”, afferma Alain De Laet, CEO della birreria familiare Huyghe che produce le birre Delirium Tremens e Delirium Nocturnum. I due produttori hanno la stessa visione delle cose e dei valori comuni. Qui si parla di qualità piuttosto che di quantità. “La Chimay è venduta in bottiglia per bottiglia, non vendiamo Coca-Cola, dobbiamo spiegare a chi siamo”, ha detto Edwin Dedoncker che assicura che l’obbiettivo è una “crescita ragionevole e ragionata”