La crescente sete di acqua di qualità e le abitudini alimentari riguardose della salute significheranno che la Cina conserverà la sua posizione di primo mercato dell’acqua imbottigliata del mondo fino al 2021, secondo GlobalData, una società leader di dati e analisi.
La crescita del reddito disponibile dovrebbe inoltre aiutare il mercato dell’acqua in bottiglia del paese a rimanere avanti rispetto ai principali paesi come Stati Uniti, India, Indonesia, Messico, Italia e Germania, in termini di volume.
Nel periodo 2016-2021, GlobalData prevede che il mercato cinese dell’acqua in bottiglia si espanderà ad un tasso di crescita annuale del 7,42% e sarà in testa al mercato globale con 57,9 miliardi di litri che dovrebbero essere consumati solo nel 2021.
Il consumo pro capite di acqua in bottiglia ha registrato una crescita costante, passando da 23,6 litri nel 2013 a 29 litri nel 2016, e dovrebbe aumentare ulteriormente a 30,8 litri nel 2017, pari ad un consumo totale di 43 miliardi di litri. Questo modello di consumo è spinto dal miglioramento della qualità e del ritmo di vita, che ha indirizzato i consumatori verso l’uso di acqua in bottiglia invece che sull’uso di barili d’acqua. Questa tendenza è più evidente nelle aree urbane dove risiede il 57,4% della popolazione. Inoltre, la qualità dell’acqua del rubinetto in gran parte della Cina non è sufficientemente buona da bere.
Ellen Rivers, Consumer Analyst di GlobalData, afferma: “Il crescente potere d’acquisto ha visto i consumatori spendere di più in prodotti di fascia alta. Fattori quali i marchi e il marketing su larga scala sono serviti a spingere le bilance a favore dell’acqua in bottiglia di qualità premium”.
In questo segmento si è registrato un forte aumento negli ultimi anni, passando da 45,7 milioni di litri nel 2013 a 520,6 milioni di litri nel 2015.
GlobalData ha inoltre riscontrato che il 74% dei consumatori cinesi presta maggiore attenzione ai materiali e alla capacità di imballaggio nella scelta di alimenti e bevande, un livello notevolmente superiore alla media globale del 51% dei consumatori.
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GlobalData’s Consumer Intelligence Center
