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Puntuale come ogni anno arriva la classifica dei vini 2021, focus sulle 115 maggiori aziende vitivinicole italiane con un campione significativo dell’industria nazionale del vino che rappresenta il 55,6% del giro d’affari totale del settore calcolato dall’Osservatorio UIV, il 65,36% delle esportazioni e il 46,2% delle vendite domestiche. L’analisi redatta dalla giornalista Anna Di Martino e pubblicata sull’edizione del Corriere Economia dello scorso 8 agosto, inizia a prendere in considerazione il primo quadrimestre del 2022, con le esportazioni sono in crescita +12,6% per un controvalore di 2,3 miliardi, tenendo comunque in considerazione il rallentamento degli ordini di vino registrato dall’UIV a partire da aprile. Per il mercato vinicolo si prevede realisticamente un’annata con minori margini, considerata l’inflazione, i costi esorbitanti delle materie prime e delle difficoltà di trovare manodopera. Complessivamente le 73 cantine private e le 42 coop presenti nella classifica 2021 hanno registrato un fatturato poco superiore a 8 miliardi, un export di 4,6 miliardi e 3,4 miliardi di incassi sul mercato interno, con un incremento del 18,31% sul giro d’affari totale, una crescita export del 20,86% e uno sviluppo in Italia del 15,02%.

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Al comando della classifica rimane la leadership di Cantine Riunite & Civ di cui fa parte anche il Gruppo Italiano Vini con 635,2 milioni di fatturato, completano il podio Italian Wine Brands (423 mln €) e Polo Botter-Mondodelvino (419 mln €), distanziati di poco e in gara tra loro per la leadership del mercato privato, dopo aver chiuso operazioni di consolidamento importanti che hanno cambiato lo scenario di mercato. Scende dal podio Gruppo Caviro e si piazza al quarto posto della classifica con 390 mln €, quinta piazza per Cavit a 271 mln €, sesta posizione per Antinori a 259 mln €, posizione n.8 per il Gruppo Santa Margherita a 220 mln €, completano la top ten Fratelli Martini (219 mln), Casa Vinicola Zonin (198 mln) e Gruppo Mezzacorona (196 mln). Nei primo quindici gruppi italiani per fatturato ci sono anche Gruppo Lunelli al 13° posto con 134 mln €, tallonato da Cantina di Soave a 133 mln € in quattordicesima posizione, chiude la graduatoria dei primi quindici Marchesi Frescobaldi (131 mln). Tra le cantine private si segnala la crescita di Tenute Piccini con + 50%, Villa Sandi +32% e Mionetto +22%, aziende che hanno superato la soglia dei 100 milioni di fatturato.

Le cooperative pesano per il 41,5% sul giro d’affari complessivo del campione, per il 33,1% sull’export, per il 52,9% sul fatturato Italia. Tra le prime venti cantine cooperative, dieci hanno registrato un fatturato superiore ai 100 milioni. Solamente il Gruppo Caviro dispone di 35.199 ettari in produzione, quasi un quinto delle vigne possedute da tutte le aziende in classifica. La Marca vini e spumanti 15 mila ettari, il gruppo Ermes ne ha 12.648, entrato nella lista esclusiva della cantine “over 100” al 23° posto con 101 mln €, oltre 2 mila in più dello scorso anno. 7 mila gli ettari di Colomba bianca, 6.953 quelli di Terre Cevico e più di 6 mila quelli di Cantina di Soave, Gruppo Vivo e Cavit . Collis Veneto wine group, Cantine Settesoli, Vignaioli Veneto Friulani e Cantine Riunite-Giv ne contano più di 5 mila.

Nel mercato si segnalano iniziative importanti, per esempio Valdo tra i leader del Prosecco superiore Docg con 64 milioni di fatturato sta investendo 16 milioni per raddoppiare la capacità produttiva della cantina. Le Tenute del Leone Alato parte di Genagricola del gruppo Assicurazioni Generali, hanno avviato partnership distributive in esclusiva in Salento con Cantine Fiorentino e in Sardegna con Tenute Dettori accordi per aumentare la loro penetrazione in altre zone molto vocate. Piccini è approdato nelle Langhe acquistando il marchio Porta Rossa, mentre Hyle Capital Partners è entrata nel capitale di Contri Spumanti guidata da Paolo Contri per sostenerne i piani di sviluppo che oggi la vedono alla posizione n.24 della classifica con 100mln €.

Tra i 115 protagonisti della classifica ci sono nove sono new entry. A cominicare dalla veneta Serena wines oggi alla quinta generazione, al 26° posto con 84 milioni di fatturato. Segue il gruppo cooperativo Cantine di Verona presieduto da Luigi Turco e frutto della fusione Valpantena, Custoza e Colli Morenici: con 66,5 milioni di fatturato si colloca al 33° posto. Alla posizione n.62 con 35 milioni si colloca la holding vitivinicola Prosit creata e diretta da Sergio Dagnino, manager di lungo corso del mercato vitivinicolo, realtà che comprende Cantina di Montalcino in Toscana, Torrevento in Puglia, Collalbrigo in Veneto e Nestore Bosco in Abruzzo che ha appena raddoppiato la sua taglia con l’ acquisto delle cantine Caldirola in Lombardia (già presenti in classica a quota 47 con 43,9 milioni di fatturato).

Entra a quota 71 con 26,3 milioni di fatturato la Donelli vini di Gattatico (Reggio Emilia) forte nella produzione di Lambrusco, di proprietà della famiglia Giacobazzi. Ha investito in Toscana nel Chianti classico la famiglia Tinazzi alla guida dell’omonima azienda veneta che vanta proprietà anche in Puglia, con 25,9 milioni di incassi si trova al 72mo posto. La Cantina Pizzolato entrata con 23,7 milioni di fatturato al 77mo posto, realtà che punta al biologico e ha investito di recente in Toscana a Colle Val d’Elsa. La cooperativa campana La Guardiense nel beneventano si piazza al 96° posto con 16,4 mln, ha effettuato la prima zonazione viticola della Campania nella Valle Telesina sommersa 30mila anni fa dall’esplosione vulcanica dei Campi Flegrei. Ermete Medici, 15,2 milioni di ricavi, 101mo posto, più di un secolo e 5 generazioni della famiglia Medici dedicati alla produzione biologica di Lambrusco.

INFO www.annadimartino.it/classifica-2021/

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