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L’emergenza economica e sanitaria è tornata purtroppo a farla da padrone assoluto in quasi tutta Italia, ma questo non impedisce certo di reinventarsi e di tirare fuori nuove idee per continuare a divulgare il proprio credo, la propria filosofia, l’essenza del proprio lavoro. Così, se i cocktail bar devono per forza chiudere, ecco che i drink riprendono a essere spediti direttamente a casa.

È il caso concreto di quattro realtà strutturate e da sempre attente al tema della qualità, da Nord a Sud Italia, in tutte le sue sfumature e le esigenza dei rispettivi clienti. A partire dai “Fabulous Four” (nomen omen) del celebre “Jerry Thomas Project” capitolino, un progetto nato in sinergia con l’“Antica Distilleria Quaglia” che proprio in questi giorni ha dato vita a quattro pre-batched cocktail: Americano, Negroni, Vermouth Cocktail 1888 e Martinez 1887. Già imbottigliati e pronti da bere.

Sono tre, invece, le proposte della linea “Misture” della liquoreria friulana “Fred Jerbis”, che ha suddiviso i suoi drink in bottiglia tra Gin-Tini, Negroni e Milano Torino. Merita una nota particolare, in questo caso, la doppia scelta offerta al cliente, che può decidere liberamente se acquistare la bottiglia da 200 ml o quella, certamente più duratura, da 700. 

In Centro Italia spicca invece la Toscana: anche “Peter in Florence”, noto produttore di Gin della Val di Sieve, ha lanciato infatti i suoi tre cocktail pre-batched. Anche qui si punta sulle certezze e, nello specifico, parliamo di Martini, Negroni e Martinez.

MAVI DRINK LANCIA I READY TO DRINK DELLA LINEA CATH - COCKTAIL AT HOME

Per concludere ci spostiamo infine al Sud, dove si trova la formula classica ma territoriale di “CATH Cocktail AT Home”, che propone MiTo a Stromboli, Boulevardier a Sirmione, Gimlet a Positano, Daiquiri a Sorrento oppure l’affascinate Negroni a Taormina. Tutti, in formato da mezzo litro.

Non basterà insomma la tanto temuta ondata di Coronavirus a minare le fondamenta della miscelazione italiana che, con creatività e originalità, è chiamata a reinventarsi ancora una volta per andare incontro a nuove necessità commerciali e comunicative. Se il lockdown 2.0 (o come altro lo si voglia chiamare) sembra ormai alle porte, tanto vale d’altronde berci su…

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