Natura, persone e tempo. Sono questi i tre pilastri su cui si fonda Cognac Delamain, cinque generazioni di ricerca e dedizione, che hanno scelto di agire e sottomettersi all’attesa, all’accettazione dell’esito delle loro decisioni. Difficile raccontare una storia lunga 200 anni senza affrontare la questione “tempo”, che diventa una variabile con un’attitudine e un nome preciso: pazienza. Virtù, potente, di pochi, lungo un sentiero temporale iniziato nel 1884 a Jarnac, comune francese situato nel dipartimento della Charente in Nuova Aquitania.
Un Cognac unico, prodotto in 200 esemplari per il mondo, due sole le bottiglie per l’Italia, e in una dame-jeanne da 10 litri, realizzata a mano in un unico esemplare, dagli artigiani della Maison d’Art Goossens. Abbellita da 245 pezzi realizzati singolarmente, ognuno dei quali evoca i paesaggi della Grande Champagne. Tra la vite e le foglie di quercia, le orchidee selvatiche e le bacche e il trifoglio, due uccelli conversano attraverso la leggendaria miscela. Come una vera e propria opera d’arte, sarà messa all’asta online – presieduta dalla rinomata casa d’aste internazionale Bonhams – dal 17 al 9 dicembre. All’interno c’è la sintesi perfetta di questa Maison del Cognac, il blend racchiude cinque iconiche acquaviti: la 1893, la 1914, iconico millesimo prodotto dalle donne, la grande annata 1947, la 1965, selezionata da Dominique Touteau e la quinta, proveniente da Bourg-Charente, risale al 1969, il preferito di Dominique. Un amalgama pensato per rappresentare la cifra stilistica della Maison, che propone cognac freschi, vibranti e leggermente aciduli, ma il gusto, puro, ben in enfasi, con tratti energici manifesto di forza, di carattere.
I cinque membri della famiglia, artigiani selezionatori, che hanno permesso tutto questo sono: Jean Delamain, figlio di Jacques, il famoso ornitologo ha selezionato il blend più vecchio. Noël Suazey, genero di Jacques Delamain, Alain Braastad, pronipote di Philip Delamain e nipote di Robert Delamain. E negli ultimi cinquant’anni, Domique Touteau e Charles Braastad, oggi alla guida della Casa assieme ad Eric Le Bouar. Sforzi congiunti che fanno comprendere le parole di Dominique Touteau. “Siamo dei selezionatori, la finezza di un cognac e l’eleganza sono il risultato di una selezione e si rivelano nel tempo”.
Un’eccezionale uscita segna anche il passaggio di consegne da Dominique Touteau a Charles Braastad, dopo 42 anni di onorata carriera presso Delamain e quasi 30 anni di lavoro assieme. “Questo bicentenario è stata l’occasione perfetta per aprire e degustare queste preziose dame di gelso e creare un cognac degno del suo 200° anniversario. Degustando questi straordinari distillati, ci siamo profondamente commossi e abbiamo provato un’immensa gratitudine nei confronti dei miei antenati Maître de Chai, che hanno fatto un lavoro così egregio nel confezionare, selezionare, maturare e nutrire queste acquaviti, preservandole per i loro discendenti, in modo che oggi possiamo riunirle in questo rarissimo ed eccezionale cognac del bicentenario” – ha affermato Charles Braastad.
Là dove arrivano gli altri, inizia il lavoro Delamain. Con questa massima si percepisce il valore del tempo per un brand mitico capace di essere presente in oltre 60 paesi, con l’Italia che rappresenta uno dei primi dieci mercati al mondo. “Siamo presenti in circa 60 paesi nel mondo in maniera molto equilibrata, la nostra presenza nei mercati in cui esportiamo si attesa al massimo al 15%- spiega Eric Le Bouar, CEO di Delamain – questo approccio ci ha concesso di metterci al sicuro da oscillazioni di mercato e da mode passeggere, anche perché il nostro cognac non è un prodotto di massa ma deve trovare le persone giuste in grado di raccontarlo ai professionisti del settore. L’Italia per noi è un paese strategico, è uno dei nostri primi dieci mercati in cui esportiamo”.
Stessa linea anche per la mixology, con un marchio come Delamain che non potrà mai fare grandissimi volumi, ma può essere presente in alcune delle migliori cocktail list dei top bar nel mondo. “Con il Pale & Dry XO si possono creare delle ricette in grado di esaltare questo cognac, che rispetto agli altri prodotti della stessa categoria ha un processo di invecchiamento molto più lungo- continua Le Bouar- Parliamo di drink ricercati in grado di esaltare le caratteristiche di un cognac”. Alla serata milanese organizzata in collaborazione con Sagna, Delamain ha proposto anche un food pairing di livello con le carni del ristorante L’Affinatore. Un connubio ricercato davvero entusiasmante, con i commensali che sono rimasti stupiti dalla grande versatilità e bevibilità di prodotti complessi, sdoganati in questa modalità di consumo rispetto alla classica bevuta da fine pasto con camino acceso. A riscaldare gli animi anche le carni proposte dall’Affinatore, con dei tagli super proposti di Wagyu come antipasti e portata principale.
Tra i fedeli compagni di questo viaggio della Maison troviamo Sagna S.p.A., importatore da quattro decadi in Italia questi nobili Cognac. “È motivo di grande orgoglio essere uno degli importatori e distributori più storici della Maison Delamain, questa celebrazione rappresenta il modello della nostra filosofia di selezione dei nostri fornitori con i quali instauriamo delle solide relazioni umane e professionali, partner a gestione familiare, che si tramandano il proprio savoir-faire, in grado di garantire con i loro prodotti qualità, serietà e continuità nel tempo” – le parole di Leonardo Sagna, Direttore Amministrativo Sagna S.p.A. “Spesso sentiamo parlare di aziende familiari, nel caso di Delamain credo che la differenza sia il fatto di poter fare delle scelte lungimiranti che molto spesso vedono il loro risultato molti anni dopo a beneficio dei membri delle generazioni successive, come nel caso di alcuni Cognac unici che abbiamo degustato in questo anniversario importante anche per la nostra società, visto che Delamain è tra i mandati più storici che abbiamo”– chiosa Carlo Alberto Sagna.
INFO www.delamain-cognac.com; www.sagna.it