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Sono passati in mani straniere marchi storici dell’agroalimentare italiano per un fatturato di almeno 10 miliardi di euro dall’inizio della crisi. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini sulla base di uno studio presentato all’Assemblea nazionale dove è stato allestito “Lo scaffale del Made in Italy che non c’è più” dal quale si evidenzia che nel mondo c’è fame d’Italia con una drammatica escalation nella perdita del patrimonio agroalimentare nazionale.

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“I grandi gruppi multinazionali che fuggono dall’Italia della chimica e della meccanica investono invece nell’agroalimentare nazionale perché, nonostante il crollo storico dei consumi interni, fa segnare il record nelle esportazioni grazie all’immagine conquistata con i primati nella sicurezza, nella tipicità e nella qualità” ha affermato il presidente della Coldiretti. “Il passaggio di proprietà – ha denunciato Marini – ha spesso significato svuotamento finanziario delle società acquisite, delocalizzazione della produzione, chiusura di stabilimenti e perdita di occupazione. Si è iniziato con l’importare materie prime dall’estero per produrre prodotti tricolori. Poi si è passati ad acquisire direttamente marchi storici e il prossimo passo è la chiusura degli stabilimenti italiani per trasferirli all’estero. Un processo – conclude il presidente di Coldiretti – di fronte al quale occorre accelerare nella costruzione di una filiera agricola tutta italiana che veda direttamente protagonisti gli agricoltori per garantire quel legame con il territorio che ha consentito ai grandi marchi di raggiungere traguardi prestigiosi”.

 Se la settimana scorsa la multinazionale del lusso LVMH ha acquisito una partecipazione di maggioranza nel capitale sociale della Pasticceria Confetteria Cova, che gestisce la nota pasticceria milanese, l’ultimo colpo nelle campagne toscane è stato messo a segno da un imprenditore cinese della farmaceutica di Hong Kong, che ha acquistato per la prima volta un’azienda vitivinicola agricola nel Chianti: l’azienda agricola Casanova – La Ripintura, a Greve in Chianti. Nel 2013 si è inoltre verificato il passaggio di mano del 25% della proprietà del riso Scotti dalla famiglia pavese al colosso industriale spagnolo Ebro Foods. Nel 2012 la Princes Limited, una controllata dalla Giapponese Mitsubishi, ha acquisito il controllo maggioritario della AR Industrie Alimentari, leader italiana nel settore delle conserve rosse. Infine, è volata in Inghilterra la Eskigel che produce gelati in vaschetta per la grande distribuzione.

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Nel 2011 la società Gancia, casa storica per la produzione di spumante, è divenuta di proprietà per il 70 per cento dell’oligarca Rustam Tariko, proprietario della banca e della vokda Russki Standard. La francese Lactalis è stata, invece protagonista dell’operazione che ha portato la Parmalat a finire sotto controllo transalpino. Il 49 per cento di Eridania Italia Spa operante nello zucchero è stato acquisito dalla francese Cristalalco Sas e la Fiorucci salumi è passata alla spagnola Campofrio Food Group, la quale ha ora in corso una ristrutturazione degli impianti di lavorazione a Pomezia che sta mettendo a rischio numerosi posti di lavoro. Sempre nel 2011 il controllo assoluto della casa vinicola Ruffino era passato al gruppo USA Constellation Brand. Nel 2011, infine, va segnalato il passaggio delle bevande e degli stabilimenti Spumador al gruppo olandese Refresco.

 Nel 2010 il 27 per cento del gruppo lattiero caseario Ferrari Giovanni Industria Casearia S.p.A , che vende tra l’altro Parmigiano Reggiano e Grana Padano, è stato acquisito dalla francese Bongrain Europe Sas e la Boschetti Alimentare Spa, che produce confetture dal 1981, è diventata di proprietà della francese Financière Lubersac che ne detiene il 95 per cento. L’anno precedente, nel 2009 è iniziata la cessione di quote della Del Verde industrie alimentari spa che è divenuta di proprietà della spagnola Molinos Delplata Sl, la quale fa parte del gruppo argentino Molinos Rio de la Plata. Nel 2008 la Bertolli era stata venduta all’Unilever per poi essere acquisita dal gruppo spagnolo SOS, mentre il salumificio Rigamonti (leader nella bresaola), è divenuta di proprietà dei brasiliani attraverso la società olandese Hitaholb International. Infine la Orzo Bimbo (già facente parte del gruppo Star) è stata acquisita dalla francese Nutrition&Santè S.A. del gruppo Novartis. Lo stesso anno è stata ceduta anche Italpizza, l’azienda modenese che produce pizza e snack surgelati, all’inglese Bakkavor Acquisitions Limited.

 Con l’inizio della crisi – sottolinea la Coldiretti – si è dunque verificata una accelerazione nel processo di cessione dei marchi storici del Made in Italy che nell’agroalimentare era già in fase avanzata, come dimostrano le seguenti altre operazioni avvenute nel precedente triennio:

…2006 acquisizione della Carapelli spa (oli) da parte del gruppo spagnolo SOS Cuetara

…2006: cessione di Galbani (prodotti lattiero.caseari) al gruppo francese Lactalis

…2006: acquisizione della Star (brodi, margarine, conserve, sughi) da parte del gruppo spagnolo Gallina Blanca.

…2006: acquisizione di Fonti del Vulture (acque minerali) da parte della multinazionale Coca-Cola

…2005. acquisizione di Fattorie Scaldasole (food biologico) da parte dei francesi Andros

…2005: cessione della “Mellin” (prodotti per l’infanzia) al gruppo olandese Koninklijke Numico N.V.

…2005. acquisizione di Olio Sasso (Minerva Oli) da parte del gruppo spagnolo SOS Cuetara

…2005: cessione della Sperlari (caramelle e torroni) al multinazionale Leaf International Bv

…2003: cessione Peroni (birre) alla multinazionale SABMiller

…2003: Invernizzi (latticini) passa al gruppo francese Lactalis

 .Negli anni Novanta erano state Locatelli e San Pellegrino ad entrare nel gruppo Nestlè, anche se poi la prima era stata “girata” alla solita Lactalis (1998). Nel 1995 la Stock, venduta alla tedesca Eckes A.G, è stata acquisita nel 2007 dagli americani della Oaktree Capital Management, che lo scorso anno hanno chiuso lo storico stabilimento di Trieste per trasferire la produzione in Repubblica Ceca. La stessa Nestlè – conclude la Coldiretti – aveva acquisito già dal 1993 i marchi Motta, Alemagna e Antica Gelateria del Corso (in precedenza posseduti dalla SME del gruppo IRI) e addirittura dal 1988 la Buitoni e la Perugina.

 +info: www.coldiretti.it

 

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