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Il 95% e oltre degli italiani beve perlomeno un caffè al giorno, e queste cifre evidenziano quanto questa bevanda sia legata alla tradizione del nostro paese. Le proprietà del caffè sono innumerevoli, sia quelle senz’altro positive sia quelle meno indicate, ma prima fra tutte la qualità energizzante, che garantisce lo sprint necessario per affrontare ogni giornata con la carica giusta.

 

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Per riconoscere un caffè di qualità, non è però sufficiente bere una tazzina, o più, ogni giorno. Quali sono i criteri per categorizzare un caffè da considerare per giudicare l’effettiva bontà del caffè: vediamo le 5 regole per riconoscere un caffè di qualità!

1. Il profumo

Può sembrare banale ma prima di acquistare un buon caffè bisognerebbe effettivamente sentirne il profumo. Un buon caffè necessariamente lascia un profumo molto forte. Si tratta dell’aroma della tostatura, che è connotato da note di erba e frutta se la tostatura viene detta chiara, oppure di affumicato e bruciato se la tostatura è scura.

La differenza principale tra i due tipi di tostatura sta nella quantità di acido: la tostatura scura è molto meno acida di quella chiara.

2. Il colore e consistenza della crema

Il colore della crema è il secondo elemento che si deve considerare una volta prodotto e messo in tazzina il nostro caffè.

Bisogna stare attenti al colore che la crema assumerà all’interno della tazzina: la crema perfetta dovrebbe avere un color nocciola tendente al testa di moro, ma anche delle striature chiare e riflessi rossastri.

La perfetta crema del vostro espresso deve avere inoltre maglie strette, con uno spessore preferibilmente tra i 2 e i 4 mm. La persistenza nel tempo della crema, poi, è un indicatore molto importante della sua qualità: se resiste oltre i 4 minuti sulla superficie del caffè allora potrete essere sicuri che sia veramente un buon prodotto!

 

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3. Il sapore

Si tratta forse dell’attributo più scontato, ma anche se siete degli esperti non sempre è molto facile giudicare un caffè in base al suo aroma, una volta che lo portate alla bocca.

Spesso infatti utilizziamo delle diluizioni – come latte, spezie o acqua – che impediscono di giudicare correttamente il sapore del caffè: il suo aroma persistente infatti viene abbassato in concomitanza con l’aggiunta di ulteriori ingredienti. Il sapore del caffè deve essere sicuramente gustoso e intenso, ma l’amaro non deve stonare.

4. Il chicco

Il tipo di chicco utilizzato in produzione è alla base delle differenze aromatiche dei vari tipi di caffè. Esistono diverse varietà di caffè con chicchi più dolci, più amari e più acidi, dunque se alla base c’è una differenza nel sapore del caffè dobbiamo essere consapevoli della tipologia di prodotto che abbiamo acquistato: in questo modo eviteremo di incappare in giudizi avventati.

Un esempio è il caffè prodotto con chicchi etiopi che naturalmente possiede un sensore più floreale e fruttato. Al contrario, invece, il caffè londinese o dei paesi nordici presenta una tostatura chiara e dunque un sapore leggermente più acido rispetto a quello cui siamo abituati.

 

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5. La forma della tazzina

Questa caratteristica può stupire, in quanto la forma della tazza con cui serve il caffè non riguarda propriamente la qualità del caffè. In realtà, usare la tazzina giusta permette di esaltare o limitare le caratteristiche aromatiche.

Una buona tazzina, infatti, deve calibrare perfettamente peso e impugnatura, nonché grandezza e materiale, affinché il caffè in essa contenuto venga realmente apprezzato.

La tazzina perfetta non deve spezzare la crema, dunque deve avere un diametro abbastanza grande per poterne permettere l’espansione.

Numerosi studi di neuromarketing hanno inoltre rivelato interessanti caratteristiche e predilezioni del consumatore: una tazza bianca, rispetto ad una colorata, garantisce una più sincera valutazione del sapore del caffè. Va anche detto che in Toscana il caffè viene servito preferibilmente in tazza di vetro per aumentare il calore.

 

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