Le spedizioni di Champagne nel 2009 si attestano complessivamente (Francia + export) su 293,3 milioni di bottiglie, con una diminuzione totale del 9,1% rispetto al 2008. Il mercato francese ha tenuto bene e mantiene la posizione con 181 milioni di bottiglie come nell’anno precedente e portando la sua quota al 61,7% delle spedizioni. L’export registra una forte caduta (-20,5%) ed ora detiene solo il 38,3% delle spedizioni totali. L’Unione Europea con 70,6 milioni di bottiglie, perde il 17,4%, una tendenza che coinvolge la maggior parte dei paesi membri, ma tocca in particolare la Gran Bretagna, l’Italia e la Spagna. Questi di dati fondamentali sul settore dello champagne diffusi dal Comitè Champagne.
L’eccesso di stock nei circuiti di distribuzione, in particolare all’estero, che ha avuto un ruolo negativo sulle spedizioni soprattutto nel primo semestre, sembra essere ormai quasi completamente rientrata. Ciò significa che nel 2009 il consumo è stato nettamente superiore alle spedizioni, con forte riduzione degli stock. Il fenomeno è stato particolarmente evidente in Italia, dove a fronte di un calo delle importazioni del 27,9% rispetto all’anno precedente, si stima che la diminuzione delle vendite in grande distribuzione sia stata compresa tra il 10 e il 12%. L’Italia rimane il quarto mercato all’export a valore e il quinto a volumi con 6,8 milioni di bottiglie.
Il resto del mondo registra una diminuzione del 25,1% con 47,1 milioni di bottiglie. Oltre agli effetti della crisi economica mondiale, i tassi di cambio hanno avuto ripercussioni negative, in particolare sulle spedizioni dirette verso gli Stati Uniti e il Giappone. Per quanto concerne i paesi emergenti come Russia, Cina, India e Brasile non si è registrata la crescita attesa. Le maison rappresentano il 66% del’attività complessiva, ossia 193,5 milioni di bottiglie, in diminuzione del 9,7%, mentre i viticoltori e le cooperative hanno spedito 99,8 milioni di bottiglie, registrando un calo del 7,9%. Le concessioni tariffarie che alcuni operatori sono stati costretti ad accettare, così come la parte in forte calo delle cuvée di prestigio e dei millesimati, spiegano aldilà del calo dei volumi, la perdita di fatturato registrata dalla filiera che raggiunge il 17% rispetto al 2008. Ne risulta, per numerose imprese, una situazione finanziaria indebolita.
La rivendita di Champagne a prezzi ribassati, in occasione delle feste di fine anno, praticata dalla grande distribuzione essenzialmente in Francia e in Belgio, ha pesato per circa il 3% sul totale delle spedizioni. Altri elementi da segnalare: nel corso dei due mesi finali del 2009, le spedizioni di Champagne – con 97,5 milioni di bottiglie – sono aumentate del 5,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questa evoluzione, che si sta confermando anche nei primi mesi del 2010, mette fine a un periodo di decrescita che continuava dalla fine del 2008. Questa ripresa favorirà le esportazioni ma resterà fortemente subordinata alla situazione economica mondiale. Pascal Férat, presidente del Sindacato generale dei vignerons, e Ghislain de Montgolfier, presidente dell’Unione delle maison de Champagne, sostengono che l’allarme è passato da rosso ad arancione.
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