Il campo di battaglia per il mercato del caffè in capsule si è spostato negli ultimi due anni dai negozi alle aule dei tribunali. Il numero crescente di contese giudiziarie ha alzato la posta in gioco tra Nestlé, produttrice delle capsule Nespresso, e le aziende rivali. Nestlé sta compiendo comprensibilmente grandi sforzi per proteggere il suo prodotto di punta Nespresso, che ha registrato vendite per 3,5 miliardi di franchi l’anno scorso e una forte crescita anche nella prima metà del 2012. I margini di guadagno sono stimati al 30%, un terzo in più rispetto ad altri prodotti di caffè. Altrettanto comprensibile il tentativo compiuto da diverse altre aziende per conquistare delle proprie fette su un mercato in piena espansione, come quello del caffè in capsule. Molte società hanno cercato negli ultimi anni di raggiungere questo obbiettivo, producendo cialde compatibili con le macchine per caffè utilizzate da Nespresso.
Confrontata alla nuova concorrenza, Nestlé ha risposto immediatamente con una serie di denunce per proteggere i propri brevetti, ma con risultati alterni. In Svizzera, i tribunali hanno imposto dei divieti temporanei alle catene di distribuzione che hanno immesso sul mercato prodotti compatibili. In Francia, Nestlé è stata invece confrontata con denunce per violazione della legge antitrust e, in Germania, la multinazionale svizzera ha dovuto incassare una sentenza giudiziaria sfavorevole il mese scorso. Il numero dei concorrenti e delle azioni legali si è moltiplicato negli ultimi mesi. Per Nestlé sta diventando estremamente difficile far fronte agli attacchi giunti da così tanti fronti. Secondo alcuni osservatori Nestlé stia combattendo una battaglia già persa: probabilmente molti tribunali finiranno per decidere che i consumatori hanno il diritto di scegliere a piacimento le capsule che desiderano utilizzare per le macchine Nespresso.
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