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“Il Vending è un settore che ha sempre resistito grazie al favorevole rapporto qualità prezzo: 23 milioni di italiani nel distributore automatico, hanno finora trovato una valida soluzione di acquisto pratica, di qualità e personalizzata. Ma adesso l’intero comparto – che conta oltre 1000 imprese e 30mila addetti – che crea un giro di affari complessivo di 2,5 miliardi l’anno è fortemente penalizzato”. Lo ha detto Lucio Pinetti (vedi foto a fianco) , il presidente di Confida, l’Associazione Nazionale Distribuzione Automatica aderente a Confcommercio, in occasione degli Stati Generali del Vending 2013, in programma a Roma oggi nella sede di Confcommercio. Presenti il direttore generale di Confcommercio-Rete Imprese Italia Francesco Rivolta, il Direttore Ufficio Studi Confcommercio Mariano Bella e il Presidente della VI Commissione (Finanze) della Camera dei Deputati.

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“L’incremento dell’Iva dal 4 al 10%, imposto dallo Stato – ha aggiunto Pinetti – con l’approvazione della legge n. 90/2013 (eco-bonus per l’edilizia) a carico delle aziende di distribuzione automatica di cibi e bevande, il conseguente aumento dei prodotti distribuiti e l’onere complessivo da sostenere per l’adeguamento delle macchine erogatrici ai nuovi codici, pari a 40 milioni di euro per le nostre aziende, ci costringe ad alzare i prezzi”. “Cambiare i prezzi dei prodotti ai distributori automatici – ancora il numero uno di Confida – non è come aggiornare i listini e i registratori di cassa di un negozio. Bisogna modificare un milione di macchine, ciascuna delle quali contiene fino a 100 selezioni. Un lavoro enorme, con dei costi enormi. Ci aspettiamo un calo dei consumi e un calo degli investimenti con conseguenze sull’occupazione”. “Gli Stati Generali del Vending – ancora Pinetti – rappresentano la sintesi della grande mobilitazione sul territorio che ci ha visti protagonisti in questi ultimi mesi. Nonostante la crisi, l’Italia mantiene la leadership mondiale per produzione e vendita di vending machine: 2.431.394 le macchinette installate, 6.338.401.473 invece il numero totale delle consumazioni. E’ in gioco il futuro delle nostre aziende. Sorprende come lo Stato abbia voluto colpire 23 milioni di consumatori”.

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L’aumento dell’imposta sui prodotti somministrati attraverso i distributori comporterà un aumento di 5 centesimi su caffè e bevande calde, e di 10 centesimi su bevande fredde e snack. Il presidente della VI Commissione (Finanze) della Camera dei Deputati non ha dubbi: “Con l’aumento dell’Iva dal 4 al 10% per i prodotti dei distributori automatici si è voluto colpire il vostro settore senza conoscerne la sua complessità. Per me è una ferita ancora aperta. Spero che la maggioranza di governo e il parlamento rivedano questa norma e lavorino anche per l’abbassamento dell’Iva ormai al 22%”.Per il direttore generale di Confcommercio Rivolta “il Fisco è il vero nodo da sciogliere. La posizione di Confcommercio su questo è chiara e netta da anni. Chiediamo un cambio di passo per un Fisco giusto e corretto, perché questa pressione fiscale è incompatibile con qualsiasi processo di rilancio”. Infine Mariano Bella, direttore Ufficio Studi di Confcommercio: “L’aumento di un punto percentuale dell’Iva – dal 21 al 22% – ha abbassato il clima di fiducia degli italiani. Per quanto riguarda le imprese del Vending, l’incremento dell’Iva dal 4 al 10% sui prodotti della distribuzione automatica sottrarrà – nel 2014 – ben 104 milioni di euro al circuito virtuoso degli investimenti. Insomma, si avvia verso la crisi anche un settore-leader con riflessi inevitabili sull’occupazione. Inoltre, è bene ricordare che tra il 2007 e il 2012, l’Italia ha perso il 22,4% di ricchezza netta (pari a 12.900 euro), con -7% di consumi procapite (pari a 1.200 euro) e il meno 11,3% di reddito disponibile (2.200 euro a testa)”.

 +info: Ufficio Stampa Confida

 

 

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