Il consumo mondiale degli oli d’oliva cresce con difficoltà:+2%, rispetto all’aumento del 4%che hanno registrato gli altri oli vegetali. E’ il dato emerso alla riunione del Comitato Consultivo del COI (Consiglio Oleicolo Internazionale), appenaconclusasi a Milano.L’appuntamento, organizzato dall’Organizzazione Nazionale Interprofessionale dell’Olio d’oliva, ha visto confrontarsi rappresentanti di tutti i Paesi produttori e dei principali Paesi consumatori.
L’attività di promozione, in questo quadro, assume grande importanza. E’ all’Est asiatico che il COI guarda con attenzione. Quest’anno, in Giappone prenderà avvio una campagna sui benefici dell’olio d’oliva, che proseguirà nel 2016, coinvolgendo istituzioni e consumatori.
Al riguardo Luis Folque, presidente del COI, ha osservato: “Dopo diversi anni di applicazione, è giunto il momento di chiedersi se sia necessario qualche aggiornamento. Per il vino, si discute di migliore o peggiore qualità, ma non viene mai messo in discussione che si tratti veramente di vino. Per l’olio d’oliva, invece, si assiste da anni ad una lotta per affermare che solo l’olio extravergine è buono e salutare, mentre tutti gli altri non vengono neppure presi in considerazione e basta che un panel riscontri un lievissimo difetto, vero o presunto, magari conseguente a cattive condizioni di conservazione, per parlare subito impropriamente di frode.” Eppure, numerosi studi scientifici dimostrano che tutte le categorie di olio d’oliva sono salutari. “Nessuno vuole eliminare il panel test – ha assicurato Folque – ma dobbiamo chiederci se non stiamo facendo un prodotto per esperti più che per il consumatore”.
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