Dicembre e le feste di fine anno sono un barometro dei consumi degli italiani. “Per le bollicine italiane – dice Giampietro Comolli (cfr foto a lato) fondatore di OVSE e di CEVES nel 1991 – dopo 7 anni di decrescita, per i canonici 25 giorni di festa stimiamo una ripresa molto significativa, segno di un ritorno d’innamoramento verso le bollicine. Purtroppo non è così per tutto l’alimentare. La strada del recupero è lunga per tutti “ . Dopo anni di calo, controtendenza per le feste 2015-2016.
Al botto della festa non si rinuncia, segnali di ripresa sul mercato nazionale anche per il vino tranquillo (+0,8%), evidenzia Ovse, soprattutto per le grandi marche: meno cesti variegati e ricchi di tante leccornie, ma qualche cartone intero di vino e spumanti in più. “Regalo molto apprezzato” è la dichiarazione più gettonata fra 5800 questionari di Ovse. Quindi un segnale che il consumo domestico tiene, partendo dall’acquisto in cantina. La crescita prevista è del 3,9%, passando da 54 mil/bott stappate/vendute a 56,1 mil, più 3 milioni di bott estere (una media di circa 2 milioni di bottiglie al giorno, ovvero un picco a Natale di 11 milioni e di 29 milioni a capodanno). Sul totale di bottiglie vendute, circa il 30% è consumato fuori casa, non ancora in grado di attaccare il mitico record del 48% degli anni boom. Valori quasi stabili all’origine (+0,4%), valori in crescita al consumo. Il giro d’affari al consumo per queste feste sarà di 445 milioni di euro, in crescita del 2,2% rispetto al 2014.
Minori tappi per i metodi tradizionali leader, da Trento a Franciacorta: i topbrand Ferrari, Berlucchi, Bellavista insieme superano i 5 milioni di bottiglie stappate. Regressione o conferma dati ultimi anni per Asti, Brachetto d’Acqui, Oltrepò Pavese. “Non hanno una motivazione prioritaria di scelta” questa la causa dei cali per certe bollicine. In horeca i segnali sono ancora molto stazionari, niente grandi numeri: segni positivi solo per le etichette leader e per il Prosecco doc. Anche per le feste 2015-2016 il fenomeno Prosecco spumante veneto si conferma il più richiesto. Valdobbiadene docg e Prosecco doc, particolarmente richiesti in cenoni e catering, segnano al consumo un prezzo, fra 3,60 e 6,90 euro/bott, confermati o in calo i prezzi di altre denominazioni. A ruba, il primo giro di offerte nella Gdo per Trento e Franciacorta, fra 5,70 e 8,75 euro/bott. Il Cartizze tiene il prezzo fra 9,50 e 14 euro, dimostrandosi il metodo italiano più caro in assoluto. Buoni segnali di crescita vengono anche dai piccoli brand locali, regionali, come Gavi e Lambrusco. Segnano ancora un calo il Cava spagnolo e altri di importazione, mentre lo Champagne cresce ma solo per i grandi brand e riserve; calo invece delle etichette francesi di primo prezzo e mass market.
Dall’estero segnali molto positivi, è un record dei record: in tutto il mondo saranno stappate (solo durante le feste e in 84 paesi) 165.000.000 di bottiglie (+24% sui consumi delle feste 2014). Azzardando ma basandoci su 25 anni di esperienza, questo volume può rappresentare il 47% del totale esportato nell’anno 2015 che rappresenterà anche un nuovo record. Già nel 2013 e poi nel 2014 l’Italia è diventato il primo paese al mondo per esportazione di vini spumanti e bollicine (escluso i frizzanti) e già durante le festività 2014 le bollicine effervescenti made in Italy erano le più stappate al mondo. “ ma attenzione a non sparare dati falsi o presunti per solo effetto mediatico” perché si droga il mercato. Nel 2015 il superamento dei numeri di Champagne, Cava ed altri da parte del fenomeno Valdobbiadene docg e Prosecco doc è ancora più evidente all’estero. Piace a tutti: tecnologia e qualità, alta beva e ampia scala abbinamenti, oltre a morbidezza e prezzo giusto, sono i punti di forza del Prosecco (docg-doc) per un consumatore sempre più attento e sempre più votato a scelte autonome e non guidate. Saranno gli Inglesi ancora una volta a superare gli Americani per il numero di calici bevuti durante queste feste di fine anno. I Tedeschi riagguantano la terza posizione a danni dei Russi, in fase molto critica e un po’ meno propensi a bere internazionale (sul 2014 + 55% la vendita di vini georgiani a Mosca), ma forse con segnali di ripresa a dicembre 2015. Il valore mondiale ( escluso Italia) del consumo durante le Feste 2015-2016 è pari a 1,570 mld $, un + 19% sulla spesa del 2014.
INFOFLASH OVSE
Nasce nel 1990 per iniziativa di Giampietro Comolli, all’epoca direttore del consorzio di tutela dei Colli Piacentini. L’Osservatorio prende forma più evidente, anche internazionale, quando Comolli è chiamato a svolgere il compito di direttore del Consorzio Franciacorta. Nel tempo lo strumento di analisi e di ricerca diventa un punto di riferimento di dati e, con la creazione del Forum Spumanti d’Italia da parte di Comolli, si realizza un temporaneo “unicum” di informazione, di background e di comunicazione fino al 2009 privilegiando la uniformità dei dati. Dal 2010 l’Osservatorio ha ripreso, aggiornandola, modernizzandola, la sua originaria autonoma impostazione di contatti e referenze in modo indipendente. L’Osservatorio in 20 anni ha posto le basi per strette e importanti collaborazioni e rapporti.
Oggi conta su una ragnatela di informatori e di soggetti istituzionali referenti sparsi su tutto il territorio nazionale e mondiale, con l’obiettivo esclusivo di fornire elementi e dati numerici “il più possibile reali e certi sul consumo e sui mercati dei vini italiani ottenuti con i metodi produttivi della presa di spuma”. Correttezza nei dati e nei valori è molto importante per il consumatore e per le imprese. Dare dati in percentuale senza un riferimento, oppure mescolare canali e settori non giova a nessuno. OVSE, nato nel 1991, è ancora l’osservatorio economico indipendente dei mercati e consumi nazionali e mondiali con una archivio dati di 25 anni: indagini dirette, sondaggi per canale, contatti sul campo in 32 Paesi sono prerogative di efficienza e di certezza. OVSE illustra i consumi, non le produzioni e non le spedizioni, ma quanto realmente il consumatore “stappa” nell’arco dell’anno.
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