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La crisi taglia anche i brindisi degli italiani con i consumi nazionali che sono scesi a minimo storico dall’Unità d’Italia ad appena 22,6 milioni di ettolitri. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare i dati Istat sull’uso e abuso di alcol in Italia, sottolineando che poco più della metà degli italiani (51,9 per cento rispetto al 53,3 per cento del 2011) ha versato il vino nel proprio bicchiere durante tutto il 2012. Il consumo nel 2012 è sceso sotto i 40 litri all’anno con un deciso calo di quanti lo hanno bevuto almeno una volta durante l’anno in tutte le categorie come gli uomini (lo hanno bevuto il 65,6 per cento) le donne ( lo hanno bevuto il 39,1 per cento) ed un vero crollo tra gli adolescenti di età tra i 16 ed i 17 anni ( lo hanno bevuto il 14,1 per cento rispetto al 18,2 per cento del 2011).

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Insieme al calo dei consumatori di vino si registra – precisa la Coldiretti – una contrazione anche per quelli degli altri tipi di alcoli con il  45,8 per cento degli italiani che ha versato la birra e il 40,5 per cento aperitivi alcolici, amari, superalcolici o liquori. Segnali positivi vengono dal forte calo del 9 per cento in un anno dei comportamenti a rischio con un consumo giornaliero non moderato (binge drinking) che restano comunque su un livello preoccupante di 7 milioni e 464 mila persone. Il vino – precisa la Coldiretti – è divenuto l’espressione di uno stile di vita “lento”, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi da contrapporre proprio all’assunzione sregolata di alcol. Si tratta di un cambiamento che – conclude la Coldiretti – occorre riconoscere per evitare il rischio di una dannosa criminalizzazione, mentre è necessario investire nella prevenzione promuovendo la conoscenza del vino con il suo legame con il territorio e la cultura, a partire proprio dalle giovani generazioni.

+info: www.coldiretti.it

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