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Ora, figuriamoci se qualcuno ha voglia di fare previsioni per l’anno appena iniziato, dopo l’imprevisto e terribile 2020 conclusosi da poche ore. Va però detto che per quanto disastrosa, la pandemia da COVID-19 è stata strumento per delineare nuove tipologie di consumatori, che in un futuro piuttosto prossimo potranno prendere forma in maniera ancora più distinta secondo Tom Harvey, cofondatore dell’agenzia di marketing YesMore Drinks.

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IL CONSUMATORE SALUTISTA – Il 2020 ha portato i riflettori a puntarsi nuovamente sui discorsi dell’healthy e del consumo responsabile per la propria saluta, soprattutto alla luce di prolungati periodi da trascorrere forzosamente in casa. Il consumatore consapevole è il profilo emerso più prepotente, in mezzo a chi beve di più o beve di meno, e si candida come uno dei trend che maggiormente potranno continuare a vivere nel post pandemia. Si tratta peraltro di consapevolezza circa salute sia fisica che mentale, e in proposito si è vista una roboante impennata nell’acquisto di prodotti a basso contenuto alcolico, calorico e contenente CBD. Il primato va in ogni caso all’hard seltzer, che sposa più o meno tutta la linea (cannabidiolo escluso) e ha attirato investimenti e mire di colossi come Corona, Heineken, Coors e addirittura Coca-Cola

IL CONSUMATORE ATTENTO ALL’AMBIENTE – Prima del COVID, la maggior parte del mondo del consumo fuori casa era alle prese con una battaglia mastodontica, volta a sensibilizzare il consumatore sull’uso eccessivo di plastica e materiali inquinanti. Prime vittime erano state le cannucce, sostituite da varianti in carta e cartone quando non in sostanze commestibili. Le restrizioni all’hospitality imposte dalle varie politiche di lockdown hanno però comportato un ritorno al monouso, stante il boom ormai inarrestabile (e inevitabile, allo stato attuale delle cose) del delivery: bicchieri, coperchietti, cannucce appunto in formato usa e getta sono nuovamente comparsi in massa. Stando ai trend, i consumatori saranno disposti a tollerarlo nel breve periodo, ma non per sempre: i brand che continueranno (o riprenderanno) a spingere sulla ecosostenibilità saranno quelli che mieteranno più successo nel lungo termine.

IL CONSUMATORE CHE VUOLE DARE UNA MANO – Come di fatto in qualsiasi settore al giorno d’oggi, i consumatori di bevande sono sempre più spesso alla ricerca di brand che abbiano una missione, una causa per cui schierarsi. Brewgooder è maestra nel campo delle birre artigianali, impegnandosi a investire buona parte dei propri ricavati per garantire l’accesso ad acqua potabile alle popolazioni disagiate. Brewdog fa qualcosa di simile scommettendo sull’impatto zero, mentre Johnnie Walker riutilizza il calore generato dalla maltazione del proprio orzo, per convertirlo in energia pulita.

IL CONSUMATORE IN PASSERELLA – Intesa come la passerella altrui. Si contano ormai con una sola mano le celebrità, di qualsiasi campo, che non abbiano lanciato un proprio brand di alcolici, o quantomeno non abbia in atto una collaborazione nel settore. Dalla Casamigos miliardaria di George Clooney ai Babe Wines figli di influencer di Instagram, si è arrivati al gin della Regina Elisabetta.  Chiunque decida di fare il grande passo gode di un doppio vantaggio di marketing, che equivale a una miniera d’oro al tempo d’oggi: la luce riflessa di personalità famose nel pianeta, e una fan base già pronta per essere raggiunta.

IL CONSUMATORE CHE CERCA CONVENIENZA – Non per forza economica. Tutt’altro che un caso, ad esempio, è stata la recente impennata del consumo di cocktail ready to drink o dell’acquisto di vino in lattina: poco tempo, poco stress, poco sforzo per arrivare direttamente al sorso, per non parlare dell’economia logistica che in tempi di pandemia è quanto mai importante. Si tornerà prima (speriamo) o poi a un situazione di normalità, ma fino ad allora le soluzioni che riducono l’attesa e il contatto fisico saranno quelle vincenti. 

IL CONSUMATORE CHE VUOLE QUALITÀ – Possiamo serenamente dire che l’idea di concedersi una coccola dopo una giornata (ma anche una settimana e un mese) pesante ha assunto ancora maggior rilevanza nel 2020. Bere non è mai una soluzione ai problemi e l’attenzione al consumo responsabile deve sempre essere massima, ma la maggior parte dei brand ha registrato un incremento negli acquisti dei loro prodotti di fascia alta o premium. Spendere cinque o dieci euro in più per una bottiglia di rosso da bere nel weekend sembra un compromesso affrontabile, se si guarda a un’altra settimana di lavoro da casa e pub chiusi davanti a noi. Dopo un anno di difficoltà, inoltre, il 2021 potrebbe essere il momento per allentare la tensione e concedersi qualche indulgenza in più.

fonte: beveragedaily.com

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