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Nel mondo della spumantistica italiana c’è fermento, specie in una denominazione come l’Alta Langa che sta vedendo nel corso degli ultimi tempi l’entrata in scena di cantine e gruppi importanti. Tra queste sicuramente la Contratto di Canelli, che ha recentemente lanciato nel mese di febbraio il primo spumante Alta Langa.

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Il nome For England Blanc de Noirs 2013 ottenuto con uve pinot nero da vigneti di trent’anni coltivati in quel di Loazzolo, cuore della Langa Astigiana e patria di colline con pendii scoscesi, habitat naturale per questa coltivazione e queste uve. “È un Pas Dosé che stupisce per eleganza e mineralità”,  fanno sapere dalla Contratto nel lancio promozionale sui social aziendali.

L’azienda vitivinicola Contratto di Canelli (Asti), è oggi guidata da Giorgio Rivetti, uno dei personaggi più importanti del Piemonte del vino proveniente da Castagnole delle Lanze, lato del Sud Astigiano che guarda verso il Cuneese. I Rivetti sono proprietari peraltro anche della nota azienda La Spinetta, una casa vitivinicola con vigneti astigiani, ma con aziende e tenute nella zona del Barolo e in Toscana, imprenditori del vino che stanno ottenendo importanti risultati sia livello nazionale e internazionale. Sette anni fa il salto nel mondo delle bollicine con l’acquisto della Contratto e delle sue cantine vere “cattedrali sotterranee” insieme a quelle Bosca, Coppo e Gancia. Due anni fa l’acquisizione di decine di ettari di vigneto in Alta Langa e l’annuncio. “Tutti gli spumanti Contratto diventeranno Alta Langa”. Una rivoluzione che ora si è concretizzata nella presentazione ufficiale del primo spumante Alta Langa firmato Contratto, il For England Blanc de Noirs 2013.  Come riportato in un’intervista al Blog Sapori del Piemonte Giorgio Rivetti ha parlato delle potenzialità immense dell’Alta Langa e della necessità per i piemontesi di fare rete. Un concetto ripetuto da molti produttori, ma non sempre messo in pratica. E un’idea, quella di focalizzarsi su vini che abbiano una forte connotazione territoriale, che Rivetti estende ad altre denominazioni e che sublima con la regola aurea: meno produzione, qualità sempre più alta, remunerazione in crescita. Una ricetta non facile che collide con visioni più pragmatiche che tendono ad adattarsi a regole di mercato sempre più stringenti e globalizzate. Modi diversi di interpretare il commercio del vino piemontese che, a nostro avviso, potrebbero e dovrebbero convivere. E pensare che un terreno comune c’è: sono i vigneti piemontesi che sono diventati quattro anni fa sito Unesco e Patrimonio dell’Umanità, la chiave comune secondo Giorgio Rivetti. “Il riconoscimento Unesco è davvero una grande opportunità che fa da volano, come è accaduto in altre aree vitivinicole, a economia, cultura e paesaggio. Dobbiamo intenderlo come un punto di partenza per fare sempre meglio. Dobbiamo fare un passo indietro, guardare alle nostre tradizioni, interpretare il presente e proiettarci al futuro con cognizione di causa trasmettendo ai giovani, che sono il nostro domani, la nostra passione per il vino, per la terra, per l’ambiente”.

 

INFO www.saporidelpiemonte.net/blog/intervista-nasce-il-primo-alta-langa-firmato-contratto-giorgio-rivetti-atto-damore-verso-la-nostra-terra-patrimonio-unesco-sul-piemonte-del-vino-piu-spirito-di-rete-e-su/comment-page-1/

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